La chimica è...

Che bellezza!

La chimica dell’inverno

6 novembre 2023

L’inverno è in arrivo e le basse temperature sono pronte a colpirci: per fortuna abbiamo gli strumenti per difenderci. Maglioni, giacche, giubbotti e guanti sono pronti a scaldarci nei rigidi mesi invernali, ma sappiamo come sono fatti? Il contributo della chimica nel settore tessile è davvero fondamentale. Chi, oggi, vorrebbe tornare ai vecchi giubbotti, ingombranti e pesantissimi, che perdevano impermeabilità con i lavaggi? Che siate amanti delle fibre sintetiche o dei tessuti naturali, oggi potete indossare capi sempre più confortevoli grazie alle innovazioni della chimica. Vediamo perché.


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La chimica dell’inverno





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Lo scudo contro il freddo

Quando il freddo è pungente nulla è efficace e comodo quanto una maglia termica. Il tessuto composto da fibre sintetiche, oltre ad essere traspirante e poco irritante per la pelle, è anche termoregolante, ossia può trattenere il calore del nostro corpo. Come un maglione di lana? Si, ma molto più leggero! Questi materiali, nati per rispondere alle esigenze di atleti e sportivi, sono oggi parte integrante del nostro vestiario di tutti i giorni.

 

A volte, però, le temperature sono più rigide ed è allora che intervengono i veri protagonisti dell’inverno: i piumini! L’imbottitura interna, che un tempo era fatta esclusivamente di piume d’oca, oggi è prevalentemente composta da materiali sintetici, spesso riciclati, caldi e molto morbidi. Lo strato esterno, poi, deve essere termoisolante per proteggerci dal freddo, idrorepellente per difenderci dall’acqua e, al contempo, traspirante. Ciò è possibile grazie a materiali come il poliestere o il nylon, entrambi leggeri ma molto resistenti. A questi vanno aggiunti, nelle fasi finali della produzione, degli additivi idrorepellenti sullo strato esterno per renderli impermeabili.

Sintetico o naturale è comunque chimica

Per comporre uno stiloso outfit invernale non possiamo privarci dei classici jeans: la loro classica colorazione si ottiene grazie alla tintura di indaco, raro pigmento di origine vegetale, oggi riproducibile in laboratorio grazie ad Adolf von Baeyer che nel 1878 lo sintetizzò rendendolo così più economico e facilmente replicabile in grandi quantità. Inoltre, per migliorarne il tessuto, si usano una serie di ausiliari chimici: ammorbidenti, disperdenti, resine acriliche, poliuretaniche e gliossaliche. Dagli anni Novanta si è poi diffusa la famosa versione vintage del jeans, celebre per il suo aspetto invecchiato ottenuto tramite l’utilizzo di particolari enzimi che provocano un distacco dell’indaco grazie all’azione della cellulasi.

 

Chi, preferisce un look più classico ed elegante, niente è meglio di scegliere magari un bel pantalone di lana, una fibra naturale di origine animale che – al contrario di ciò che si potrebbe presumere – non è estranea al mondo della chimica. I fiocchi di lana appena tosati dall’animale devono infatti essere lavorati e hanno bisogno della chimica per trasformarsi nei capi che troviamo in negozio. Innanzitutto, vengono accuratamente lavati con saponi neutri o alcalini; per esser pronti alla successiva tintura vengono poi sbiancati con sostanze come l’acido solforoso o il perossido di sodio. Infine, vengono impiegati reattivi chimici per eliminare le impurezze vegetali. A volte il materiale viene impregnato di poliammidi per rendere il tessuto più compatto e resistente.

Un tocco di classe… chimico

Il freddo, non dimentichiamolo, è soprattutto nemico delle nostre mani, spesso le più esposte alle basse temperature e ai rischi che ne conseguono. Un bel paio di guanti di pelle può essere un capo necessario ma anche un accessorio di stile ed eleganza: anche in questo caso, un prodotto della chimica! No, non stiamo parlando dei guanti realizzati con materiali sintetici – certamente una valida alternativa – ma di quelli in pelle naturale! È grazie alla chimica se quello che è uno scarto dell’industria alimentare può trasformarsi, attraverso un complesso processo di lavorazione, in eleganti capi d’abbigliamento come guanti, giacche, scarpe e persino borse. Sono molti e di svariata natura gli ausiliari chimici usati nella creazione del prodotto finito e ognuno ha finalità specifiche: possono essere impiegati per migliorar la qualità della pelle, rendendola più morbida e gradevole per chi la indossa, possono eliminare grassi naturali e proteine solubili o persino legarsi alla pelle per garantirne una maggiore durevolezza.

 

Che si tratti di fibre naturali o sintetiche, ciò che realmente conta nella creazione di un capo ideale per l’inverno sono i processi di lavorazione e nessuno di questi può fare a meno della chimica. Che sia per la creazione di specifici materiali o per il miglioramento di quelli esistenti, senza di essa proteggersi dal freddo sarebbe molto più difficile, sicuramente più scomodo e anche poco sostenibile.

Fonti:

Piumino – Fatti, non fake!

Montagna – Fatti, non fake!

Maglie termiche – Fatti, non fake!