La chimica è...

Che storia

William Henry Perkin e la scoperta del malva

10 giugno 2024

Immaginate di viaggiare indietro nel tempo, nel cuore dell’Inghilterra vittoriana – un’epoca di scoperte straordinarie e di fervente innovazione – tra strade polverose e sovraffollate. Ecco, in questo scenario, si staglia la figura di William Henry Perkin, un giovane scienziato ribelle e geniale. Grazie a una mente curiosa e a un occhio attento ai dettagli riuscì a compiere una scoperta sorprendente: il colore malva. La sua storia non è solo quella di uno scienziato, ma di un visionario che ha cambiato il modo di vedere la tavolozza dei colori.

 

Conosciamolo insieme!


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La chimica è...

William Henry Perkin e la scoperta del malva





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ricerca e innovazione
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Il chimico curioso

Nato il 12 marzo del 1838, William Henry Perkin mostrò fin da giovane una spiccata inclinazione alla sperimentazione. A soli 15 anni si iscrisse al Royal Chemistry college, inseguendo il sogno di diventare un chimico. Cresciuto in un’epoca di fermento scientifico, Perkin era infatti convinto che la chimica non fosse solo una scienza rigorosa, ma anche un’arte creativa. Fu proprio questa idea a guidarlo nel suo percorso di scoperta.

Una scoperta del tutto casuale

La sua avventura cominciò nel laboratorio di casa, dove cominciò a sperimentare con l’obiettivo iniziale di sintetizzare il chinino. A metà Ottocento, infatti, questo alcaloide veniva utilizzato per le sue proprietà curative nel trattamento della malaria, ma il suo costo era proibitivo in quanto ottenibile solo come estratto della corteccia dell’albero di china. Addirittura, era stato lo stesso impero britannico a promettere una ricompensa in denaro a chi fosse riuscito nell’impresa di trovare un farmaco antimalarico alternativo e meno costoso.

 

Perkin, ispirato dal suo professore August Wilhelm Hofmann, accettò la sfida provando a estrarre un rimedio contro la malaria dal catrame di carbone, liquido viscoso di colore bruno nerastro. Le sue ricerche portarono però a un risultato ben diverso e sorprendente ovvero il primo colorante sintetico: il malva.

Il colore della rivoluzione

Sbalordito, Perkin non si lasciò scoraggiare dall’imprevisto. Come spesso accade, questa scoperta si rivelò invece una chiave che spalancava le porte a un nuovo mondo di possibilità. Resosi conto del potenziale di questa nuova tintura – che conferiva un affascinante colore violaceo – decise di sfruttarla: “Era un colore brillante e lucente, e vidi che non svaniva con l’esposizione prolungata alla luce… Dopo aver mostrato questa sostanza a diversi amici, mi venne consigliato di considerare la possibilità di fabbricarne in larga scala”.

 

La trovata di Perkin si diffuse rapidamente, facendo scalpore in tutta Europa; il colorante fu letteralmente un successo: era economico da produrre e la maggior parte delle industrie tessili a Parigi e a Londra cominciarono a utilizzarlo… tutto si tinse di viola, anzi, di malva! Questa nuova tinta colonizzò abiti, pareti e persino le opere d’arte, diventando un simbolo di creatività e innovazione.

L’eredità di Perkin

Grazie al suo spirito pionieristico Perkin dimostrò, ancora una volta, come la scienza, anche se applicata rigorosamente, possa raggiungere vette altissime di creatività.

 

La vera eredità di questo scienziato fu la sua capacità di vedere l’arte nella scienza e la scienza nell’arte. La sua storia ci ricorda che non dobbiamo temere di sbagliare, perché anche gli errori possono portare a scoperte straordinarie.

 

Questa è la sua storia. Magari la prossima volta che vi troverete a osservare un capo di abbigliamento, un pezzo di arredamento o qualsiasi oggetto dai toni malva, avrete modo di ripensare a William Henry Perkin, lo scienziato che dipinse il mondo con un colore mai visto prima.

 

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Fonti

Science History Institute