Ignác Semmelweis era medico, nato in Ungheria nel 1818. Lavorava all’interno del dipartimento di ostetricia dell’Ospedale Generale di Buda (oggi Budapest) ed era un grande osservatore: così si era reso conto che le morti in seguito al parto erano molte meno quando eseguite dalle ostetriche piuttosto che dai dottori, che lavoravano anche nella camera mortuaria.
Aveva perciò ipotizzato che ci fosse una “contaminazione” (non si era ancora a conoscenza dell’esistenza dei germi) che, una volta avvenuta, faceva ammalare le donne. Impose quindi a tutti gli operatori che lavoravano a contatto con le pazienti di lavare le mani con ipoclorito di calcio (ad oggi usato ad esempio per disinfettare le piscine).
Il risultato fu che il tasso di decesso delle donne ricoverate si abbassò considerevolmente.
In seguito, il lavoro di Semmelweis portò allo sviluppo della teoria dei germi di Louis Pasteur (considerato il padre della moderna microbiologia e vissuto a cavallo dell’800).
Immaginiamo l’impatto, anche a livello sociale, di una scoperta del genere: improvvisamente si era dimostrata l’esistenza di microrganismi invisibili all’occhio umano, estremamente pericolosi, che possono infettare indipendentemente dallo status economico e sociale o dal prestigio del medico curante.
Un problema immenso, con una soluzione relativamente semplice, già pensata da Semmelweis e poi perfezionata: l’igienizzazione delle mani.
Per raggiungere dei livelli di igiene adeguati non è necessario lavare le mani come fanno i chirurghi prima di entrare in sala operatoria. C’è infatti una bella differenza tra igienizzare e disinfettare (qui vi raccontiamo tutti i dettagli!). Mantenere costanti dei buoni livelli di igiene personale e degli ambienti è un’ottima pratica per curare la propria salute e benessere, mentre la disinfezione deve essere mirata. Questo perché la disinfezione si rende necessaria e indispensabile solo in alcuni contesti (come in presenza di un individuo infetto o vulnerabile alle infezioni). Va ricordato anzi che cercare di mantenere sterili gli ambienti in cui viviamo in realtà è controproducente (oltre che quasi impossibile da ottenere e mantenere): non tutti i germi sono nocivi, moltissimi anzi sono innocui o addirittura utili!
Come mettere in pratica un’igiene mirata ed efficace?
Uno dei maggiori veicoli di trasmissione dei batteri sono proprio le mani, e il Ministero della Salute ci prescrive delle regole semplici per lavarle correttamente. Alleati fondamentali di queste piccole ma importanti pratiche di igiene quotidiana, sono i prodotti cosmetici. Grazie a saponi, detergenti e gel igienizzanti è infatti possibile garantire una corretta igiene delle mani, come riportato dalle indicazioni del Ministero:
• utilizzare sapone e acqua corrente;
• applicare il sapone su entrambi i palmi delle mani e strofinare sul dorso, tra le dita e nello spazio al di sotto delle unghie (dove si annidano più facilmente i germi) per almeno 40-60 secondi;
• risciacquare abbondantemente;
• asciugare le mani con carta usa e getta, con un asciugamano a solo uso personale o con un dispositivo ad aria calda;
• fare attenzione a non toccare rubinetti o maniglie dopo aver lavato le mani, è consigliabile usare una salvietta monouso per evitare di toccare queste superfici.
In assenza di luoghi idonei, è possibile usare un gel igienizzante per le mani a base alcolica, che deve essere utilizzato con le mani asciutte.