La tradizione del regalare uova è un gesto che risale all’antichità, se per gli antichi Egizi l’uovo racchiudeva in sé i quattro elementi della natura (fuoco, aria, acqua, terra), per i Persiani il semplice scambio di uova di gallina rappresentava l’avvento della primavera e quindi della vita.
In Germania, durante il Medioevo, c’era l’abitudine di regalare uova bollite, avvolte in fiori e foglie che davano una colorazione dorata al guscio; mentre nella tradizione cristiana, e in quella balcanica e greco ortodossa, l’uovo di gallina sodo veniva colorato di rosso.
Caccia al tesoro per bambini, centri tavola tematici, doni personalizzati… Chi nelle settimane prima di Pasqua, non si affida, anche solo per curiosità, ai video-tutorial che popolano internet?
Dall’utilizzo di alimenti che provengono direttamente dalle nostre tavole, come verdure (barbabietole, spinaci), spezie (curcuma, zafferano) e caffè, fino ai coloranti alimentari e ai colori acrilici, numerosi sono i consigli che riguardano le tecniche di colorazione delle uova.
Se pensate che il color ‘guscio d’uovo’ rimandi a una colorazione precisa, forse dovrete ricredervi. Molti non sanno che il guscio delle uova non esiste solo nella tonalità classica tendente al rosato, ma, al contrario, è possibile trovarlo in differenti colorazioni, influenzate dai fattori genetici delle galline.
Durante la deposizione le galline producono dalle ghiandole una sostanza che influisce sulla colorazione finale dell’uovo e che cambia proprio a seconda della razza della gallina. Ma non per tutte funziona così!
Azzurro tendente al blu, verde oliva, marrone dorato… uno splendido bouquet di uova colorate!
Una delle razze avicole sicuramente più interessanti è quella Araucana, le cui uova sono riconoscibili per il colore caratteristico del guscio che vira dal verde all’azzurro. Questa colorazione è determinata dalla presenza del pigmento “biliverdina”, che influenza sin dalla genesi il cromatismo esterno e interno del guscio. La biliverdina deriva dalla degradazione del gruppo eme (complesso chimico contenente un atomo di ferro) e la sua produzione è legata al gene 0, dominante.
Un’altra razza di galline, Marans, produce invece uova dal guscio dorato scuro e proprio per questa particolare colorazione la razza è stata denominata “la gallina dalle uova d’oro”. Anche in questo caso la colorazione del guscio dipende dalla secrezione di un pigmento rosso, la protoporfirina IX. Ma, a differenza della biliverdina, questo pigmento colora solo il guscio esterno, lasciando bianche le pareti interne.
Dall’incrocio tra le galline Araucana con il gallo Marans si ottiene la razza ibrida Olive Egger, caratterizzata proprio da uova dal guscio verde oliva chiaro o scuro. In questo caso il colore è determinato dalla stratificazione dei due pigmenti precedenti: la protoporfirina e la biliverdina.
Insomma, anche se purtroppo non esiste una gallina dalle uova a 18K, consoliamoci sapendo che esistono quelle dalle uova…multicolor!