Proprio negli anni in cui si apprestava ad entrare sulla scena politica italiana, introdusse importanti idee e innovazioni anche in campo agricolo. Ancora giovanissimo, fu incaricato dal padre di gestire le terre di famiglia, che fece crescere fino a 1200 ettari. Nel 1835, all’età di 25 anni, iniziò la sua attività agricola vera e propria con la direzione della tenuta di Leri, in provincia di Vercelli, dove si coltivavano soprattutto riso e cereali.
Il contributo di Cavour all’agricoltura si concretizzò su più fronti: dalla messa a punto dei vitigni per il barolo alla sistemazione idrogeologica del terreno risicolo piemontese; dalla lotta agli attacchi di oidio fino alla fabbricazione dei tubi per il drenaggio.
La vera innovazione però, riguardò proprio i fertilizzanti.
Fino alla metà dell’800 infatti, la fertilizzazione dei terreni si basava sullo spandimento di letame ed altre sostanze organiche, una pratica millenaria che si rivelò ben presto insufficiente data la crescente domanda di raccolti più abbondanti per soddisfare le esigenza di una popolazione sempre più numerosa.
Negli anni 1850-52 Cavour, in qualità di Ministro dell’Agricoltura e del Commercio, viaggiò tra Francia, Belgio e Inghilterra, ed entrò in contatto con diverse pratiche agricole, tra cui l’utilizzo del guano come fertilizzante. Il guano, costituito dagli escrementi degli uccelli marini, si trova in grande quantità su alcune isole e coste sudamericane. Era noto per essere un potente concime organico, composto da ossalato e urato d’ammonio, fosfati, e alcuni sali minerali e impurità.
Cavour ne constatò l’efficacia e ne promosse l’importazione nel Vercellese dal Sudamerica, destando la curiosità di tutti gli agricoltori piemontesi. Il guano però, a fronte di una richiesta sempre maggiore, saliva costantemente di prezzo.
Il Conte allora, convinto del valore di questa nuova tecnica, decise di coinvolgere i chimici Domenico Schiapparelli e Bernardo Alessio Rossi per creare una fabbrica di guano artificiale, ovvero di concime fosforico che riproducesse l’apporto nutritivo conferito al terreno dal guano.
Anche se i risultati non furono quelli attesi, la storia moderna dei fertilizzanti aveva comunque preso avvio.
Il conte di Cavour può essere considerato tra i pionieri della concimazione chimica e il fautore della creazione di un’industria di fertilizzanti in Italia.
Da allora l’agricoltura è cambiata e si è evoluta notevolmente, ma i fertilizzanti, in grado di fornire il giusto mix dei nutrienti principali (azoto, fosforo e potassio) e secondari (calcio, magnesio, zolfo, ecc.), sono ancora alla base delle tecniche di coltivazione e permettono di preservare la fertilità del terreno.