“La cucina è chimica e la chimica è vita. La capacità di cambiare tutto, compresi sé stessi, comincia da qui.”
È questa la frase che racchiude il messaggio e il senso dell’intero libro. Siamo negli anni ’50 e la protagonista, Elizabeth Zott, giovane chimica bella e indipendente, lavora in un laboratorio dove prevale una mentalità ferocemente maschilista e proprio per questo, nonostante i suoi numerosi risultati e successi, rischia di essere continuamente sabotata. Ma la nostra protagonista ha la forza e la grinta di tante talentuose scienziate passate alla storia, pensiamo a Marie Curie o a Rosalind Franklin, per citarne solo alcune, che non si sono mai date per vinte, ma che hanno lottato per i propri sogni, dando voce al proprio talento e creatività.
Quando sembra che Elizabeth abbia raggiunto finalmente un equilibrio personale e professionale, la sua vita segue un corso decisamente inaspettato. Prendendo in prestito le parole di Lavoisier, secondo il quale “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, Elizabeth si ritrova a fare i conti con una nuova quotidianità e un nuovo lavoro: anticipa i tempi diventando una sorta di divulgatrice scientifica. Licenziata dal laboratorio nel quale lavora, si ritrova a presentare un programma televisivo di cucina, che in breve tempo diventa uno dei programmi più seguiti della fascia pomeridiana. Il suo approccio innovativo e rivoluzionario ai fornelli non mira solo a insegnare come preparare piatti deliziosi, ma a far comprendere come la chimica sia la vera protagonista in ogni ambito della vita.
Dalla preparazione di un piatto, a una storia d’amore o di amicizia… tutto è chimica, tra legami idrogeno e legami covalenti, atomi di ossigeno e di idrogeno, Elizabeth insegna come anche preparare uno stufato sia un qualcosa di estremamente serio e delicato, da non sottovalutare. Perché chi l’ha detto che si possa fare chimica solo tra le mura di un laboratorio?
Questo libro è per chi non si è perso nemmeno una puntata della serie “La fantastica signora Maisel”, per chi quando beve l’acqua non vede solo un bicchiere di liquido incolore ma tante molecole di H₂O e come domanda ricorrente ha “ma di cosa è fatto questo oggetto?”, perché uno sguardo curioso rende affascinante ogni singola giornata.