È molto facile associare all’ammorbidente l’idea dell’estetica: il suo utilizzo conferisce morbidezza ai capi, rendendoli piacevoli da indossare e, grazie alla vasta gamma di profumazioni a disposizione, consente una vera e propria “personalizzazione” secondo le esigenze di ciascuno. Per questo motivo si pensa spesso a questi prodotti come a “cosmetici per il bucato”: in realtà sono molto più di questo.
Usare l’ammorbidente non solo assicura la morbidezza dei tessuti, ma ne previene anche l’infeltrimento, il restringimento e la deformazione. Infatti, è normale che con il lavaggio le fibre subiscano un effetto di danneggiamento della superficie. Si tratta esattamente dello stesso fenomeno per cui i nostri capelli, dopo l’uso dello shampoo, hanno bisogno di un trattamento con il balsamo, per evitare che la cuticola diventi ruvida e li faccia aggrovigliare.
Non solo: l’ammorbidente aiuta anche le persone con la pelle sensibile, perché levigando e ammorbidendo la superficie delle fibre dei vestiti, diminuisce l’attrito e lo sfregamento.
Si pensa erroneamente che gli ammorbidenti siano inquinanti e nocivi: sfatiamo alcuni falsi miti.
Gli ingredienti al loro interno sono completamente e facilmente biodegradabili e vengono sottoposti ad una rigida valutazione di sicurezza richiesta dalla legislazione internazionale (REACH) sulle sostanze chimiche. Quindi non sono pericolosi, né per noi, né per l’ambiente!
Non solo: questo prodotto aiuta a mantenere le caratteristiche dei capi d’abbigliamento, o a riportarli al loro aspetto originale: ciò significa prolungarne la vita e quindi ridurre gli sprechi.
Tutto dipende dal comportamento dei tensioattivi cationici che sono l’ingrediente attivo degli ammorbidenti: la loro struttura è costituita da una “testa” idrofila caricata positivamente e da una coda lipofila. Le teste cariche positivamente sono attratte dalla superficie delle fibre, cariche negativamente. Quando le teste vengono a contatto con il tessuto, lo rivestono di uno strato “lubrificante”.
Tale struttura fa sì che le cuticole o fibrille delle fibre – che sono la causa della sensazione ruvida – si appianino e venga ripristinata la naturale superficie liscia e scorrevole. Semplificando, sciolgono i “nodi” che si creano tra le varie fibre, che sono quindi in grado di muoversi liberamente!
Può essere che alcune componenti del profumo, siano esse di origine naturale o sintetica, possano presentare profili di sensibilizzazione nei confronti di soggetti allergici. Per questo è bene saper leggere i pittogrammi e le tabelle riportate sulla confezione, che contengono indicazioni chiare sia sugli ingredienti sia sull’utilizzo. Basterà quindi verificare se nelle indicazioni sulla composizione del prodotto sono menzionati ingredienti a cui sappiamo di essere sensibili per scegliere prodotti alternativi ed evitare problemi. Un ulteriore livello di informazione e, quindi, di sicurezza si può ottenere visitando il sito aziendale, in cui vengono elencati tutti i componenti della formula del prodotto.
Infine, così come per i detersivi, anche per gli ammorbidenti vale la regola per cui “il dosaggio fa la differenza”: anche questo è indicato sul retro di ogni prodotto.
Sai come si leggono le etichette? Ne avevamo parlato qui
E se non bastasse e voleste saperne di più del mondo degli ammorbidenti, visita il sito di Puliti e felici!