La chimica organica è, per definizione, la disciplina che si occupa di studiare le principali combinazioni del carbonio, in particolare con alcuni elementi quali idrogeno, zolfo, ossigeno, fosforo e alogeni.
Perché si chiama così?
L’aggettivo “organico” si deve al chimico svedese Jons Jacob Berzelius, che lo adottò per la prima volta nel 1807. All’inizio il termine fu scelto proprio perché questo ambito della chimica studiava i composti estratti da organismi viventi, in contrapposizione con quella inorganica, basata sui composti sintetizzati artificialmente.
Questa teoria fu abbandonata nel 1828 quando il chimico tedesco Friedrich Wohler preparò l’urea, componente dell’urina – e quindi materiale chiaramente organico – riscaldando un sale inorganico: il cianato di ammonio. Ci si rese conto allora che una sostanza organica poteva essere sintetizzata anche in laboratorio. Nonostante ciò, si ritenne opportuno mantenere la classificazione tra materiali organici ed inorganici.
La realizzazione in laboratorio dell’urea permise di escludere che la particolare caratteristica dei composti organici fosse la loro origine e così, dopo anni di indagini, nel 1861 si decise di adottare la definizione attuale, che recita: “La Chimica Organica si identifica con la Chimica dei composti del Carbonio, caratterizzati dalla presenza di forti legami carbonio-carbonio e dalla possibilità per le loro molecole di presentarsi con una struttura tridimensionale”.
L’atomo di Carbonio (simbolo C) è l’unico che ha la capacità di formare lunghe catene di atomi, non solo lineari, ma anche ramificate e cicliche, formate anche da migliaia di atomi; è, quindi, l’unico elemento che può formare i composti chimici caratteristici della materia vivente, detti appunto composti organici. Non solo: grazie alla sua particolare struttura molecolare, il carbonio si può legare con migliaia di altre sostanze e formare altrettanti composti. Questo concetto è molto importante per comprendere quanto la chimica organica rivesta un ruolo fondamentale nella nostra vita di tutti i giorni e sia presente in tantissimi settori diversi tra loro: dall’industria ai beni culturali, dai nuovi farmaci ai nuovi materiali passando per lo sviluppo di nuove fonti energetiche. Lo sapevate che, per esempio, i polimeri sono molecole organiche e che i processi di sintesi dei materiali polimerici sono reazioni di chimica organica? Non solo: la chimica organica riguarda anche profumi, saponi e lozioni, alimenti e additivi alimentari, tessuti sintetici, diamanti, carta e persino la benzina, i mobili, i computer, le automobili e tanto altro ancora.
Insomma, tutto ciò che ci circonda, animato o inanimato, è costituito da materia organica, che – in questa danza di atomi e molecole – crea il mondo come lo conosciamo.