Più precisamente, come spiegato nel lavoro pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, i ricercatori hanno utilizzato una membrana di ossido di grafene.
Il grafene è un composto che già aveva mostrato di avere abilità sorprendenti nella separazione di gas e di filtrazione dell’acqua, in particolare di piccole nanoparticelle, molecole organiche, e sali di grandi dimensioni.
Finora, però, questa membrana non era stata capace di fornire una separazione dei sali completa: una volta immersa in acqua, la membrana tendeva infatti a gonfiarsi leggermente, bloccando ioni e molecole più grandi, mentre i sali di piccole dimensioni riuscivano a fluire insieme alle molecole d’acqua.
Per riuscire a filtrare l’acqua completamente e renderla quindi sicura da bere, il team inglese ha perfezionato la membrana di ossido grafene, ottimizzando la dimensione dei pori ed escogitando una strategia per evitare il suo rigonfiamento: il team ha posizionato una resina epossidica (sostanza utilizzata nei rivestimenti e nei collanti) su entrambe le pareti della membrana.
In questo modo, gli scienziati sono riusciti a dimostrare come le membrane siano state in grado di bloccare il 97% di cloruro di sodio (NaCl).