Sette pollici di diametro, cinque minuti di musica per lato, il 45 giri fu introdotto negli Stati Uniti nel 1948, affiancandosi sul mercato al già da tempo affermato 78 giri.
Il disco in vinile prende il nome dal materiale gommoso con il quale viene prodotto, il cloruro di polivinile, che viene pressato a caldo sulla base di una matrice metallica. L’impiego di questo materiale nella produzione di dischi ha trovato ampio successo grazie all’introduzione dei microsolchi, con notevole riduzione del fruscio rispetto al suo antenato, il 78 giri, realizzato in gommalacca.
Il risultato è un suono caldo, coinvolgente, che riempie la stanza.
Il vinile è il simbolo di un periodo, la proiezione di un’epoca e soprattutto un modo ben preciso di fruire la musica, in linea con l’affermarsi sempre più esteso della “musica di plastica“, ossia la musica leggera, le canzoni veloci “usa e getta”, i successi dell’estate. Un oggetto per vecchi e per collezionisti? Non solo!
Nell’era della musica in streaming stiamo assistendo infatti ad un forte interesse per il vinile tra i giovanissimi, conquistati dalla magia e dalla qualità del suono, dal fascino per il passato, dal desiderio di possedere qualcosa di tangibile, che rimane nel tempo.
Non a caso, già da qualche anno, alcuni artisti in gara al Festival di Sanremo hanno scelto di pubblicare i loro singoli in vinile 45 giri a tiratura limitata.
A tutti i nostalgici del 45 giri…tenetevi pronti e rispolverate il giradischi!
Per saperne di più leggi anche l’articolo de “La chitarra elettrica”