Il termine One Health non è nuovo, ma discutere, comunicare e operare secondo questo concetto è diventato sempre più importante. Molti fattori hanno cambiato le interazioni tra le persone, gli animali e l’ambiente. Primo fra tutti la crescita della popolazione globale sta facendo emergere nuove sfide in termini di salute pubblica. La crescita della popolazione globale significa anche occupare più aree geografiche, ne consegue una maggiore interazione fra uomini ed animali (sia selvatici che domestici).
Gli animali poi svolgono un ruolo sempre più importante nelle nostre vite: basti pensare al cibo che mangiamo o agli effetti della loro compagnia. Entrambi questi aspetti influiscono sulla nostra salute di esseri umani. La salubrità ed il valore nutrizionale delle proteine animali da un lato e gli effetti psicologici della vicinanza di un animale dall’altro.
Ma, c’è un ma, lo stretto contatto con gli animali e i loro ambienti offre maggiori opportunità per le malattie di passare da loro alle persone. Questo trasferimento è poi influenzato anche da cambiamenti ambientali, così come dall’aumento della circolazione di persone, di animali e di prodotti di origine animale. La conseguenza è che le malattie possono diffondersi rapidamente bypassando barriere geografiche e confini.
Le malattie che si diffondono dal mondo animale all’uomo vengono dette zoonosi e possono essere esistenti e conosciute, ovvero endemiche, oppure emergenti e nuove. Qui di seguito alcuni esempi non esaustivi di malattie zoonotiche: la rabbia, le infezioni da Salmonella, le infezioni da virus West Nile, la brucellosi, la malattia di Lyme, ecc..
Il Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie statunitense (CDC), indica come fondamenti del concetto One Health tre parole chiave: Coordinare, Comunicare, Collaborare.
- Il coordinamento fra diverse discipline specializzate nei tre ambiti uomo, animale, ambiente è fondamentale nella preparazione ad affrontare una sfida così importante.
- La comunicazione trasparente fra sanità pubblica e operatori del settore privato, come l’industria, è un fattore chiave nel successo di programmi e piattaforme che stimolino la ricerca e l’innovazione.
- La collaborazione ha, secondo me, la medesima valenza perché non deve essere solo intesa come interdisciplinarità fra i vari sistemi (uomo, animale, ambiente), ma soprattutto come proficua intesa fra pubblico e privato, fra istituzioni e industria.
L’approccio One Health offre notevoli vantaggi a livello nazionale, europeo e globale. La collaborazione fra la professione medica veterinaria e quella umana risponde alle nuove sfide di sanità pubblica che il nostro mondo in evoluzione ci presenta.
Diventa sempre più importante la formazione, che dovrebbe coinvolgere tutti i settori e avvantaggiarsi della collaborazione di tutte le specificità che ruotano intorno al concetto One Health.
Allo stesso modo, l’impulso alla ricerca scientifica e all’innovazione in campo veterinario è sicuramente uno dei fattori in grado di sostenere gli sforzi di collaborazione tra diverse discipline e di portare ad una migliore condizione di salute della popolazione umana, di quella animale e dell’ambiente che condividono.
Arianna Bolla
Presidente Federchimica Aisa