Nel 1980, un team di ricercatori, tra cui il fisico vincitore del premio Nobel Luis Alvarez, scoprì che gli strati sedimentari trovati in tutto il mondo al confine tra Cretaceo e Paleogene (uno strato di argilla chiamato Limite K-T) contengono una concentrazione di iridio ben superiore ai livelli normali.
L’iridio è estremamente raro nella crosta terrestre, ma abbondante nella maggior parte degli asteroidi e delle comete.
Studiando le rocce della Gola del Bottaccione, nei pressi di Gubbio, il team di scienziati propose un’origine extraterrestre per questo iridio, attribuendolo ad un asteroide che si sarebbe schiantato nei pressi dell’attuale penisola dello Yucatan (Cratere di Chicxulub) provocando un’esplosione nella collisione che avrebbe mutato il clima di tutto il pianeta e causato l’estinzione di grandissima parte delle forme di vita allora esistenti.
A un tale disastro nemmeno i dinosauri riuscirono a sopravvivere.
A parte questa annotazione, dell’iridio (numero 77 della Tavola periodica degli Elementi) vogliamo dirvi che fu scoperto nel 1803 a Londra e deve il suo nome al termine latino iris (iride, arcobaleno) per l’intensa colorazione di molti dei suoi sali.
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