La chimica è...

Chimica inside

Le sneakers

16 giugno 2022

Chi non possiede un paio di scarpe da ginnastica? Anche i più pigri si sono certamente cimentati in qualche attività sportiva! Negli ultimi anni poi, le sneakers sono diventate un vero e proprio oggetto di culto, tanto che i fashion addicted inseguono l’ultimo modello, in edizioni limitatissime, come un vero e proprio oggetto da collezione; in molti altri casi, però, le scarpe da ginnastica sono semplicemente uno strumento utile per il tempo libero e soprattutto per fare sport.
Nonostante i primi prototipi di calzature abbiano origini antichissime, si deve aspettare però la seconda metà del 1800 per veder realizzata la prima, vera scarpa da ginnastica, composta da una suola in gomma incollata ad una tomaia in pelle.
Con il crescente interesse per gli sport che si diffondeva in quegli anni, aumentarono le richieste di scarpe per scopi precisi: i primi a distinguerle per usi specifici furono i tennisti e gli atleti olimpionici. A dare una svolta fu poi la progettazione del primo modello di scarpa da basket, avvenuta nel 1919.
Oggi le sneakers sono composte da varie parti, ognuna con un ruolo specifico per rendere il prodotto finale comodo, alla moda e performante: scopriamole insieme.


10 min






La chimica è...

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Le sneakers

16 giugno 2022


Chi non possiede un paio di scarpe da ginnastica? Anche i più pigri si sono certamente cimentati in qualche attività sportiva! Negli ultimi anni poi, le sneakers sono diventate un vero e proprio oggetto di culto, tanto che i fashion addicted inseguono l’ultimo modello, in edizioni limitatissime, come un vero e proprio oggetto da collezione; in molti altri casi, però, le scarpe da ginnastica sono semplicemente uno strumento utile per il tempo libero e soprattutto per fare sport.
Nonostante i primi prototipi di calzature abbiano origini antichissime, si deve aspettare però la seconda metà del 1800 per veder realizzata la prima, vera scarpa da ginnastica, composta da una suola in gomma incollata ad una tomaia in pelle.
Con il crescente interesse per gli sport che si diffondeva in quegli anni, aumentarono le richieste di scarpe per scopi precisi: i primi a distinguerle per usi specifici furono i tennisti e gli atleti olimpionici. A dare una svolta fu poi la progettazione del primo modello di scarpa da basket, avvenuta nel 1919.
Oggi le sneakers sono composte da varie parti, ognuna con un ruolo specifico per rendere il prodotto finale comodo, alla moda e performante: scopriamole insieme.


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A tu per tu con il terreno

La suola è la parte della scarpa a diretto contatto con il terreno e per questo deve essere resistente e larga per una maggiore stabilità.
Negli ultimi decenni si è sviluppata la ricerca di materiali sempre più confortevoli, tecnici e anche ‘cool’, che ha portato all’applicazione di materiali come il PVC (polivinilcloruro), una delle materie plastiche più utilizzate al mondo, e il TPU (poliuretano termoplastico), molto resistente all’abrasione e con una grande versatilità.
Un’alternativa recente vede l’utilizzo di copolimeri, come la gomma e l’EVA – Etilene vinil acetato, un polimero elastomerico impermeabile, flessibile ed elastico.
In base al tipo di sollecitazioni che dovranno sopportare, le suole presentano battistrada diversi: i solchi sono più profondi per attività all’aria aperta con terreni scoscesi e meno profondi per sport e camminate al coperto o su superfici lisce.





Come piace a te

La tomaia è la parte più visibile della scarpa, nonché un elemento estetico molto importante: design, colori e tecnologie sono fondamentali per il successo di una sneaker. Ma non solo: il materiale della tomaia determina il tipo di scarpa e lo sportivo a cui è rivolta, perché incide sul peso, sulla sensazione di contatto con agenti esterni e soprattutto sulla possibilità di cedere o meno, adattandosi al piede.
Oltre alla pelle, garanzia di qualità e durevolezza, nelle calzature più all’avanguardia viene utilizzato il nylon, resistente e allo stesso tempo traspirante. In alternativa, anche il poliuretano termoplastico è un’ottima soluzione: perché offre resistenza ma anche morbidezza.





C’è ma non si vede

In mezzo, tra la tomaia e la suola c’è un piccolo ma fondamentale strato: l’intersuola. È una parte essenziale nelle scarpe sportive perché assorbe l’impatto dei piedi sul campo mentre camminiamo e corriamo. Anche qui entra in gioco l’EVA (Etilene vinil acetato) che può anche essere modellato a compressione: viene riempito uno stampo a pressione di EVA liquido per evitare che si creino bolle interne. Questo permette di aumentare l’ammortizzazione, la leggerezza e la flessibilità della scarpa.
Esistono anche intersuole formate da una base di TPE, elastomero termoplastico, che hanno un alto livello di ammortizzazione e resistenza nel tempo, o in fibra di carbonio.





Parola d’ordine: comodità!

Per migliorare le prestazioni dell’intersuola, la comodità della scarpa e la resistenza agli urti, negli ultimi anni sono state sviluppate delle tecnologie di rinforzo. Vengono chiamate in gergo cushioning e si tratta di veri e propri sistemi di ammortizzamento, che permettono di attutire l’impatto a carico del piede.
Anche qui, la ricerca ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni: dalle camere ad aria fino agli inserti in gel.





Stringhe o strap?

La parte più visibile ed esposta della scarpa è quella del taglio, in cui troviamo i lacci e la linguetta. Anche qui si spazia tra differenti materiali: mentre la pelle offre un buon comfort e una buona adattabilità al piede, il poliuretano viene scelto soprattutto per l’incredibile resistenza agli urti e all’usura.
Per le stringhe viene spesso scelto il cotone, ma anche nylon e poliestere, soprattutto per le calzature più tecniche. Possono essere di diverse lunghezze, spessori e colori, per adattarsi a qualunque tipologia di scarpa e di stile.
Spesso, soprattutto nelle calzature per bambini, troviamo le allacciature a strappo, cioè caratterizzate da una chiusura in velcro, solitamente in nylon o poliestere: una soluzione facile, pratica e veloce.
Insomma, non solo c’è una sneaker (o ben più d’una) per ogni attività sportiva, ma anche per tutte le stagioni e per tutti i gusti!

Ricordiamo però che, oltre al nome, hanno tutte in comune una buona, irrinunciabile dose di chimica!





Per approfondimenti: “Chimica quotidiana. Ventiquattro ore nella vita di un uomo qualunque”, Silvano Fuso