Halloween ha origini pagane che risalgono all’antica tradizione celtica e in particolare alla festa di fine estate, detta anche Samhain, celebrata proprio il 1 novembre. La notte della vigilia era consuetudine spaventare le anime diaboliche con enormi fuochi appiccati sulle cime delle colline. In realtà era anche l’occasione per riportare a case le mandrie dai pascoli estivi e rinnovare le distese erbose.
Col tempo prese il sopravvento l’aspetto più esoterico e sinistro: si riteneva che nella notte sarebbero tornate le anime dei morti e la festa dell’autunno si trasformò nel festival delle streghe e dei fantasmi.
Ma che cosa c’entra la chimica con una festa così spettrale e anche un po’ macabra? Potremmo ricondurre tutto alla figura di Francesco Selmi (Vignola, 1817-1881), chimico, tossicologo, patriota e letterato, responsabile della scoperta delle ptomaine, sostanze a carattere basico, precisamente diammine alifatiche (ossia “a catena aperta”), responsabili dei cattivi odori che si liberano durante la putrefazione.
Selmi dimostrò che i cadaveri sono in grado di produrre in maniera autonoma sostanze tossiche e alcaloidi, senza che sia stato necessariamente ingerito veleno da parte del defunto.
Questa scoperta rivoluzionò l’impiego delle prove chimiche nelle cause giudiziarie per avvelenamento, tanto che Selmi fu nominato presidente della Commissione per lo studio della prova generica del venefizio, istituita, dietro sua sollecitazione, dal ministero di Grazia e Giustizia.
Indagini che oggi vengono condotte dalla polizia scientifica, il geniale studioso le portò a termine con successo, contribuendo a salvare diversi imputati da false accuse.
I nomi delle ptomaine più note? Neanche a dirlo, cadaverina e putrescina!
Dunque, chi si maschera da Selmi per Halloween?
Un ottimo spunto, quello di Marco Taddia su Scienza in rete