La chimica è...

Che storia

Gerty Radnitz-Cori

7 settembre 2023

Quando si parla delle grandi donne di scienza del passato, dovremmo sempre ricordare che le loro scoperte e traguardi sono stati raggiunti a caro prezzo: quello della diffidenza dei tempi nei confronti delle donne e, in generale, della disparità di genere! Gerty Radnitz-Cori ne è un perfetto esempio. Una donna che non si è mai arresa davanti alle discriminazioni e le difficoltà dell’epoca, ha proseguito con dedizione e determinazione fino al raggiungimento del suo più grande successo: il premio Nobel per la fisiologia e la medicina, prima donna della storia cui venne assegnato il riconoscimento.


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La chimica è...

Gerty Radnitz-Cori





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Donna intraprendente contro tutti

Nata a Praga nel 1896, da padre chimico, inventore di un metodo innovativo per raffinare lo zucchero e madre elegante e colta esponente dell’alta borghesia ceca, amica di Kafka, Gerty cominciò gli studi in casa per poi entrare in un liceo femminile nel 1906. Diplomatasi nel 1912, incontrò il primo dei molti ostacoli accademici. Per quanto alle donne fosse concesso di frequentare l’università, le scuole femminili non fornivano una preparazione adeguata, tralasciando materie essenziali per l’esame di ammissione quali latino, matematica, fisica e chimica. Ma questo non bastò a fermarla e Gerty passò un anno intero a preparare quello che definì l’esame più difficile della sua vita. Entrata infine alla scuola medica di Praga si appassionò alla biochimica e lì conobbe Carl Cori che sposò subito dopo la laurea all’età di 24 anni.

 

Nonostante si fosse convertita al cattolicesimo per sposarsi, le sue origini ebraiche divennero sempre più un problema a causa del crescente antisemitismo; i due coniugi si trasferirono perciò negli Stati Uniti nel 1922, divenendone cittadini nel 1928. Per quanto la situazione fosse più favorevole e il lavoro della coppia fosse paritario, il riconoscimento non fu mai lo stesso e Gerty si vide lasciata sempre un passo indietro rispetto a suo marito. Quando Carl venne chiamato per dirigere un laboratorio di patologia a Buffalo, lei venne assunta come assistente patologo; quando nel 1931 divenne professore alla Washington University School of Medicine, lei fu nominata ricercatrice associata. Il prestigio, il riconoscimento e ovviamente i compensi di Gerty furono sempre nettamente inferiori a quelli del marito e dei colleghi; ciononostante, continuò sempre a lavorare al fianco di Carl, da pari a pari.

Ricerche e successi

Pubblicarono, in poco più di cinque anni, oltre cinquanta articoli; il loro lavoro si concentrò sul metabolismo dei carboidrati e, nello specifico, sui meccanismi che regolano l’assorbimento del glucosio nel corpo umano e sul ruolo di due ormoni, l’adrenalina e l’insulina. È il 1929 e la scoperta è di quelle sensazionali, quella che anni dopo assegnò loro il Nobel: l’interazione fra glucosio e glicogeno. I coniugi Cori scoprirono che l’insulina aumenta l’ossidazione del glucosio e la sua conversione in glicogeno nei muscoli e nel fegato, mentre, al contrario, l’adrenalina riduce il glicogeno muscolare ed epatico. Dimostrarono inoltre come il glicogeno venga scomposto nel tessuto muscolare sotto forma di acido lattico, risintetizzato nel corpo e immagazzinato infine come fonte di energia. Questo meccanismo, conosciuto come ciclo di Cori, è fondamentale per comprendere come funziona il nostro organismo.

 

Nel 1936 i Cori compirono un’altra scoperta fondamentale per la comprensione del metabolismo dei carboidrati. Isolando il glucosio-1-fosfato, un composto intermedio che rende possibile la scissione del glicogeno – noto successivamente come estere di Cori – identificarono l’enzima fosforilasi e dimostrarono come il glucosio-1-fosfato rappresenti la fase iniziale nel processo di conversione del glicogeno in glucosio. Fu così chiarissima al mondo l’importanza della chimica nella biologia.

Una vita per la scienza

Nel 1947 i coniugi ricevettero il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, e Gery fu la prima donna a raggiungere un tale traguardo vedendo non solo riconosciuto il suo lavoro ma anche le sue competenze, ottenendo finalmente una cattedra tutta sua all’università. Nei dieci anni successivi, gli ultimi della sua vita, combatté contro la mielofibrosi, una grave e opprimente malattia del midollo, ma neanche questo fermò le sue ricerche sul processo metabolico, che portarono alla scoperta di nuovi enzimi nonché del legame di questi con diverse malattie ereditarie. Si spense il 26 ottobre del 1957 all’età di 61 anni, donando il suo corpo alla scienza che tanto amava.

 

In un’intervista radiofonica del 1952 dichiarò:

“I momenti indimenticabili della mia vita sono quei rari attimi che arrivano dopo anni di faticoso lavoro, quando il velo sul segreto della natura sembra improvvisamente sollevarsi, e quando ciò che era oscuro e caotico appare in una luce e uno schema chiari e belli”.

Fonti

GERTY CORI – Nobel Prize in Physiology or Medicine 1947, Nobel prize

Gerty Cori – Biographical, Nobel prize