La chimica è...

Emergenza idrica, le soluzioni della chimica

11 luglio 2022

Quando ci laviamo o vogliamo semplicemente cuocere la pasta, diamo per scontato che aprendo il rubinetto di casa uscirà, senza difficoltà e nel quantitativo a noi necessario, quel liquido incolore e insapore di formula molecolare H2O, per gli amici, acqua.
Ma l’emergenza idrica di queste settimane e il razionamento nella distribuzione dell’acqua, che sta riguardando soprattutto alcune zone e regioni italiane, ci stanno raccontando una situazione differente e per molti di noi, forse, inimmaginabile.
Dietro a un comune rubinetto, infatti, c’è un sistema assai complesso e corposo per portare l’acqua nelle nostre case! Basti pensare, semplicemente, che in Italia la rete idrica misura oltre 500 mila km, alla quale corrispondono 2,4 miliardi di metri cubi di acqua, pari a una disponibilità di circa 370 litri al giorno per abitante.
È la siccità a dettare la grande emergenza di questo periodo, ma stiamo imparando purtroppo che a questa evidente scarsità d’acqua si accompagna una rete idrica danneggiata che ci farebbe perdere, secondo alcune stime, addirittura 6,5 milioni di litri d’acqua al minuto.


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Emergenza acqua: partiamo dalla rete idrica

Se da una parte l’emergenza idrica di questo periodo ha generato un moltiplicarsi di consigli e vademecum su come impegnarci a limitare gli sprechi d’acqua, dai gesti quotidiani fino alle abitudini alimentari, dall’altra gli interventi utili per rispondere a un’emergenza di tale portata sarebbero molto più complessi.
Le condizioni della rete idrica nazionale, purtroppo, non sono certo ottimali: come ci rivelano i dati Istat, pubblicati a marzo 2022, la percentuale totale di perdite d’acqua – parliamo di quella potabile – è pari al 41%: questo significa che per ogni 100 litri immessi nel sistema, 41 non arriveranno mai agli utenti finali.
Per il cattivo stato dell’infrastruttura idrica si disperdono infatti 3,4 miliardi di metri cubi, che equivalgono a 156 litri al giorno per abitante. Per dare un’idea: considerato che in Italia il consumo giornaliero pro-capite è stimato in circa 215 litri d’acqua, queste perdite corrisponderebbero alle esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno.
Sono numeri impressionanti, che ci danno la misura di quanto questo spreco di acqua abbia importanti ripercussioni sociali, ambientali ed economiche, soprattutto nelle condizioni di scarsità idrica che stiamo vivendo ora.

La chimica ci viene in aiuto

Anche in questo caso la chimica non ci lascia soli! Secondo uno studio, che ha approfondito i benefici di una eventuale ristrutturazione delle reti di pubblica utilità, numerosi sarebbero i vantaggi, soprattutto per i cittadini, se per il trasporto di acqua si impiegassero materiali plastici.
Lo studio è stato condotto su gruppi omogenei di reti, sia idriche che fognarie, e su tre famiglie differenti di materiali, plastici, ferrosi e cementizi e ha permesso di comprendere come l’utilizzo della plastica rappresenterebbe un elemento di innovazione nello sviluppo di infrastrutture e un salto tecnologico nell’aumentare le prestazioni in termini di sicurezza, con una riduzione delle perdite d’acqua, della corrosione dei tubi e una maggiore durabilità delle reti.
Grazie alla loro versatilità, i materiali plastici permettono di ottenere prodotti flessibili, elastici, dall’ottima resistenza termica, all’abrasione e agli urti e dalle elevate proprietà tecniche.
Adottando questi materiali, quindi, si potrebbe incrementare l’affidabilità delle reti locali e, di conseguenza, anche i cittadini potrebbero usufruire di importanti benefici, tra i quali un miglioramento della qualità del servizio. È stato calcolato che, in un arco temporale di cinquant’anni, dovrebbero essere sostituiti circa il 42,5% degli attuali acquedotti e il 31,6% delle fognature. Questo equivarrebbe a sostituire 125.000 km delle reti idriche e 46.000 km delle attuali reti fognarie con una importante riduzione delle perdite idriche e un risparmio sia dal punto di vista economico che ambientale, di installazione e di manutenzione. Si tratterebbe di un risultato certamente non ottenibile nel breve periodo, ma i benefici sarebbero evidenti a lungo termine.
L’emergenza idrica è un problema drammatico, in cui ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte, impegnandosi ogni giorno per evitare ingiustificati consumi. Certo è che interventi infrastrutturali tecnologicamente avanzati sarebbero decisivi per vincere questa ennesima sfida e una delle soluzioni possibili, anche in questo caso, potrebbe arrivare dalla chimica e dai suoi materiali.

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