Come sappiamo, il surriscaldamento globale è dovuto all’aumento di gas serra nell’atmosfera, primo tra tutti la CO2. Ma come possiamo essere certi al di fuori di ogni ragionevole dubbio che questo aumento sia proprio causato delle attività antropiche? Cerchiamo una prova inattaccabile. La nostra prova è il famigerato carbonio-13 (13C). Non sapete che sia ‘sto coso? Tranquilli, ci sono qui io.
Dovete sapere che il carbonio può esistere sottoforma di diversi isotopi.
Il carbonio-12 è indubbiamente quello più comune, e a noi piace tantissimo perché è di quello che sono per lo più fatti i gattini (oltre che mia madre, il mio basilico e Woody Allen). Il carbonio-11, al contrario, non esiste in natura e lo si può produrre solo artificialmente, senza contare che ha un tempo di vita brevissimo (ne sparisce il 50% dopo soli 20 minuti). Il carbonio-14, invece, è il diamante della famiglia isotopica, essendo così raro che se ne trova solo uno ogni trilione di atomi di carbonio.
E tu dirai: “vabbuò Barbascù, ma io qua non ci capisco niente! Che c’entra il carbonio-13?”
Di tutto il carbonio presente, poco più dell’1% è sottoforma di carbonio-13. Ok, sarà decisamente meno del carbonio-12, ma molto più del carbonio-14.
Questo significa che anche la CO2 dell’atmosfera sarà per l’ultra-maggiorparte costituita da carbonio-12, mentre il carbonio-13 sarà solo una piccolissima percentuale del totale.
La CO2 atmosferica, quindi, ha un certo rapporto 13C/12C, ed oggi grazie a finissimi e assurdi strumenti al limite del fantascientifico siamo in grado di misurarlo. Il problema è che le misurazioni hanno mostrato che il rapporto 13C/12C attuale è al minimo degli ultimi 10.000 anni. TRAGUARDO!
Le colpevoli potrebbero essere le piante.
Ironia della chimica, le piante amano maggiormente gli isotopi del carbonio più leggeri (quindi il carbonio-12), e di carbonio-13 e di carbonio-14 ne hanno ancora meno di quanto già non ce ne sia nell’atmosfera. Questo significa che quando una pianta brucia ed emette CO2, questa CO2 ha un rapporto 13C/12C molto più basso del normale.
Ok… quindi è colpa delle piante? Stiamo bruciando troppe piante?
No, ed è proprio questo il punto.
Avete presente tutti i meme che girano su internet riguardo il fatto che i combustibili fossili altro non siano che dinosauri splattati da milioni di anni? Beh, per quanto questa visione delle cose sia adorabile, in realtà si tratta per lo più di materiale organico derivante da piante (oltre che altri organismi, compresi protozoi e organismi acquatici). Questo significa che la combustione dei combustibili fossili porta nell’atmosfera della CO2 con un rapporto diverso da quello in genere presente. Bruciando questi combustibili non solo la quantità totale della CO2 atmosferica aumenta, ma il rapporto 13C/12C atmosferico diminuisce.
Direi quindi che non c’è alcun dubbio sul fatto che siamo proprio noi esseri umani i responsabili di questo innalzamento delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera.
Per fortuna la scienza sta mettendo in campo moltissimi strumenti per contrastare questa tendenza. Purtroppo, allo stato delle cose, siamo ancor lontani da risolvere pienamente il problema, anche se avremmo tutti i mezzi per rallentarlo efficacemente. Non ci resta che sperare che il progresso tecnologico sia rapido e che l’umanità resista a sé stessa ancora per qualche decennio, nella speranza che un giorno questo terribile problema non diventi altro che una storia bizzarra di una società lontana e autodistruttiva.”
Barbascura X
chimico, divulgatore scientifico e autore di “INFODEMIC – Il virus siamo noi”