La storia degli sci parte davvero da molto lontano; i lapponi li utilizzavano già 2000 anni fa: nel piede destro ne tenevano uno più lungo e sottile, nel sinistro uno più corto che serviva loro per appoggiarsi e darsi la spinta.
Chi ha fatto il liceo classico probabilmente ricorda di aver tradotto alcuni passaggi dalle “Storie” di Erodoto, dove si narra che alcuni popoli dell’Asia minore utilizzavano “scarpe di legno” per spostarsi sulla neve, ma alcuni riferimenti si trovano anche nell’Eneide di Virgilio.
Erano realizzati in legno i primi esemplari di sci, cui venivano legati scarponi di cuoio tramite stringhe e lacci.
Fu nel 1868 che Sondre Norheim, sciatore alpino norvegese pioniere dello sci moderno, iniziò a utilizzare sci molto più stretti e con nuovi attacchi per i piedi.
La nascita degli sci moderni con lamine in metallo è però attribuita a un ingegnere aeronautico e pilota di idrovolante, Howard Head che, avendo dimenticato a casa gli sci, adattò allo scopo i pattini del suo aereo con risultati soddisfacenti e inaspettati.
Da allora gli sci hanno cambiato forma, altezza e soprattutto materiale di cui sono composti: il “carving” ha preso il sopravvento sulla classica forma lineare, consentendo di accorciare gli sci, variandone sensibilmente le caratteristiche e la rigidità in modo da fornire un attrezzo adatto sia al principiante che allo sciatore esperto. Ma anche lo snowboard può essere una valida alternativa; sapevate che la versione da noi oggi utilizzata iniziò a svilupparsi a metà degli anni ’80, grazie anche all’apporto della chimica? (Per saperne di più leggi l’articolo “Let’s go…snurfing!”)
Ma quanta chimica c’è in questo sport? Così tanta e varia che, senza, difficilmente riusciremmo a praticarlo! In questo articolo non ci soffermiamo sugli indispensabili indumenti per combattere il freddo, né sul casco, che è sempre bene utilizzare specie quando si scia a una certa velocità.
In generale, la ricerca ha fatto passi da gigante nella chimica dei materiali: in questo caso, gli sci sono realizzati in materiali compositi, così come gli attacchi e gli scarponi a sgancio rapido, ottimizzati per rendere confortevole la sciata e per prevenire gli infortuni.
Entriamo nello specifico ed esaminiamo la composizione dei nostri sci. Il nucleo centrale ha un’anima in legno e sulla parte superiore sono pressati due strati in fibra di vetro per garantire rigidità e capacità di torsione; sul perimetro sono invece presenti i fianchetti, che proteggono gli sci dagli urti e sono in ABS, acrilonitrile butadiene stirene, mentre la soletta è realizzata in P-Tex: entrambi sono materiali plastici.
Sono infine gli inchiostri e le vernici a dare un tocco inconfondibile ai nostri sci, permettendoci di personalizzarli a seconda delle nostre preferenze.
E voi, appassionati sciatori, di che colore avete scelto il vostro ‘mezzo di trasporto’ sulle piste innevate?