Julian Lavon Percy nacque a Montgomery, nello stato dell’Alabama, l’11 aprile del 1899. Le discriminazioni razziali furono i denominatori comuni di tutta la sua vita, ma anche la forza motrice grazie alla quale non si diede mai per vinto.
La passione per lo studio lo accompagnò lungo tutta la carriera scolastica e, nonostante i suoi studi primari non lo avessero adeguatamente preparato al college, venne accettato nel 1916 come sub-matricola alla DePauw University di Greencastle, nell’Indiana, dove fu costretto a frequentare corsi di scuola superiore in concomitanza con i suoi corsi da matricola. Tuttavia, eccelleva.
Si laureò in chimica nel 1920: una strada non particolarmente promettente in termini di opportunità professionali, ma che gli consentì di svolgere l’attività di istruttore di chimica presso la Fisk University, a Nashville. Dopo due anni, vinse una borsa di studio Austin Fellowship all’Università di Harvard, dove conseguì un master in chimica organica nel 1923. Ma l’ennesima delusione non tardò ad arrivare. Per gli studenti brillanti come lui, l’Ateneo era solito offrire un lavoro come assistente di cattedra: una prospettiva però preclusa al giovane Percy, perché il personale, infatti, temeva che gli allievi bianchi non lo accettassero come loro insegnante per via del colore della sua pelle.
Julian non si fece abbattere e decise di trasferirsi a Vienna, per condurre un dottorato di ricerca sulla chimica delle piante medicinali.
Terminato il dottorato, Julian Percy e il collega viennese Josef Pikl, ottennero la cattedra all’Università di Howard, a Washington DC e due anni dopo si trasferirono nuovamente alla Depauw, in Indiana. Qui realizzarono, per la prima volta a livello mondiale, la sintesi totale della fisostigmina, il principio attivo del fagiolo Calabar, utilizzato in un farmaco anti-glaucoma. Si tratta di un alcaloide capace di diminuire la pressione dell’occhio, che, se troppo alta, può danneggiare il nervo ottico e provocare cecità. Fu il primo farmaco a dimostrarsi efficace nel trattamento del glaucoma.
Nonostante il grande successo, anche in questa occasione, l’Università si rifiutò di assegnargli la cattedra perché afroamericano.
Fu a questo punto che Percy, stanco dei continui rifiuti, decise di abbandonare definitivamente l’ambiente accademico.
Fu l’industria americana a offrire a Percy quell’occasione che tanto meritava, considerando i suoi numerosi successi accademici: fu assunto infatti come direttore di ricerca per prodotti a base di soia.
I risultati della ricerca sulle proteine della soia gli valsero numerosi brevetti e prodotti di successo per l’azienda per la quale lavorava; tra questi una schiuma ignifuga ampiamente utilizzata durante la Seconda guerra mondiale per spegnere gli incendi di benzina. La sua ricerca biomedica diede il via alla produzione di grandi quantità di progesterone sintetico e idrocortisone a basso costo, che permisero di curare numerose patologie.
Nel 1953 Julian Percy fondò la Julian Laboratories, impresa per la produzione di steroidi sintetici, che rese più accessibile una vasta gamma di farmaci, e il Julian Research Institute, organizzazione di ricerca senza scopo di lucro.
Si dedicò con passione anche alle battaglie per l’affermazione dei diritti civili, raccogliendo fondi e parlando pubblicamente a favore della giustizia sociale e dell’uguaglianza per tutti gli americani. Si dice che il suo più grande contributo fu quello di infrangere la barriera del colore nella scienza industriale americana e, per i suoi contributi all’umanità, ricevette ben 18 lauree ad honorem oltre a numerosi premi civili e scientifici.
Fu il secondo afroamericano a essere eletto alla National Academy of Sciences, organizzazione i cui membri servono pro bono come consiglieri nazionali, e il primo chimico. Oggi l’eredità di Julian Lavon Percy è ancora viva perché milioni di persone in tutto il mondo continuano a beneficiare delle sue scoperte rivoluzionarie e del suo impegno per abbattere ogni sorta di pregiudizio in ambito scientifico e non solo.