Come vi avevamo già raccontato qui gli studiosi dividono la materia in organica e inorganica.
Ricordate? Questa distinzione era fondata sull’idea che i composti “organici” del carbonio potessero essere prodotti solo dagli organismi viventi. L’infondatezza di questo concetto venne poi dimostrata nel 1828, quando il chimico tedesco Friedrich Wohler convertì il cianato di ammonio in urea. Nonostante ciò, la divisione fra chimica organica e inorganica viene usata tuttora.
Oggi possiamo definire la chimica inorganica, quindi, come la scienza che studia le strutture degli atomi, i legami chimici, le reazioni dei composti e gli scambi di energia.
Questa categoria include composti molto elementari. Infatti, a differenza degli elementi organici, quelli inorganici sono spesso abbastanza semplici e possono avere anche solo due o tre legami contemporaneamente. Un esempio è il cloruro di sodio, cioè il comune sale da cucina, che contiene solo due atomi: uno di sodio (Na) e uno di cloro (Cl).
Il termine organico si riferisce alle sostanze chimiche che contengono carbonio nella loro struttura, ma non fatevi ingannare!
Il carbonio ha a disposizione 4 elettroni per formare legami e 4 elettroni mancanti per raggiungere l’ottetto. Ed è proprio per questo motivo che il carbonio, nei composti organici, si troverà a formare sempre 4 legami. Esistono tuttavia alcuni composti inorganici del carbonio: gli ossidi, i carbonati e i carburi.
Alla base della classificazione degli elementi inorganici troviamo la Tavola Periodica. L’ordine in cui sono disposti gli elementi è il risultato di studi, iniziati con il chimico russo Dmitrij Mendeleev, il padre della Tavola e proseguiti con Henry Moseley, che portò le prove sperimentali di come gli elementi dovessero essere disposti in ordine crescente secondo il loro numero atomico, cioè al numero di protoni presenti nel nucleo, e non secondo il loro peso atomico.
Gli elementi sono organizzati sulla base delle loro proprietà fisiche e chimiche, in 18 gruppi (le linee verticali) e 7 periodi (le linee orizzontali). Sono poi ulteriormente divisi in 8 blocchi, ciascuno dei quali è composto da elementi accomunati da specifiche caratteristiche.
La Tavola Periodica è in continua crescita: oggi ne fanno parte 118 elementi. Mentre i primi 94 elementi sono naturali, quelli da 95 a 118 sono stati ottenuti tutti artificialmente. Molti di questi sono noti fin dall’antichità e Mendeleev li posizionò nella sua Tabella, mentre di altri ne intuì l’esistenza e lasciò uno spazio vuoto, come il Francio, scoperto da Marguerite Perey.
Nella rubrica Bell’elemento troverete tanti elementi della tavola periodica, raccontati in modo tale che possiate riconoscerli anche nella vita di tutti i giorni