Forse non sai

Chimica e società

La penicillina, una scoperta accidentale!

2 dicembre 2021

“Serendipità”, in inglese “serendipity”, è il neologismo che indica la scoperta di una cosa imprevista mentre se ne sta cercando un’altra: quella della penicillina è senza dubbio l’esempio più famoso.


5 min






Forse non sai

Chimica e società

La penicillina, una scoperta accidentale!

2 dicembre 2021


“Serendipità”, in inglese “serendipity”, è il neologismo che indica la scoperta di una cosa imprevista mentre se ne sta cercando un’altra: quella della penicillina è senza dubbio l’esempio più famoso.


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TEMI

ricerca e innovazione
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Alexander Fleming

Alexander Fleming, il protagonista di questa straordinaria vicenda, è considerato il padre dell’era antibiotica.
All’epoca, nel 1928, era un professore poco più che trentenne di batteriologia presso il St.Mary’s Hospital di Londra. Era il 3 settembre quando, di ritorno dalle vacanze, cominciò a mettere in ordine le piastre per la coltura che aveva lasciato prima dell’estate in laboratorio. In quel periodo stava studiando la riproduzione dei batteri di Staphylococcus aureus, un patogeno responsabile della maggior parte delle infezioni cutanee, delle polmoniti e delle batteriemie.

La leggenda

La leggenda narra che  il professore esclamò: “That’s funny” (Buffo!) vedendo che su una delle piastrine c’era un alone chiaro inusuale: le colonie di stafilococco erano state contaminate da un “anello” dal colore verdognolo, che inibiva la proliferazione del batterio.
Le ricerche rivelarono che si trattava di una muffa appartenente alla specie Penicillium notatum ( di qui il nome “penicillina” datole dal suo inventore)  e che era in grado di uccidere una vasta gamma di batteri nocivi all’epoca molto diffusi, come lo streptococco, il meningococco e il bacillo di difterite.

La ricerca

Fleming affidò ai suoi due assistenti, Stuart Craddock e Frederick Ridley, il compito di isolare la penicillina pura dalla secrezione della muffa. L’operazione fu più difficile del previsto: la sostanza era molto instabile e i due biologi riuscirono solamente a preparare soluzioni di materiale grezzo con cui lavorare.
Perciò la scoperta ebbe dapprima un’accoglienza tiepida: nel giugno del 1929,  l’articolo pubblicato sul British Journal of Experimental Pathology citava i potenziali benefici terapeutici della penicillina senza particolari approfondimenti.
Solo successivamente Fleming e i suoi collaboratori stabilirono che il metodo principale di applicazione prevedeva l’isolamento dei batteri insensibili alla muffa da quelli sensibili in una coltura mista.
Da qui iniziò un lungo percorso che portò ad approfondire i possibili impieghi della penicillina e, dopo circa vent’anni, allo sviluppo del primo antibiotico in grado di contrastare le infezioni batteriche e cambiare così la vita dell’uomo.