Un prodotto biologico di prevenzione della malattia che supporta il nostro sistema immunitario. Esistono diversi tipi di vaccini, in genere costituiti da microorganismi uccisi o attenuati, dai loro antigeni o da sostanze da essi prodotte.
Per contrastare il Sars-CoV-2, oltre ai vaccini tradizionali sono state utilizzate anche nuove tipologie di vaccini innovativi: quelli basati sull’ mRNA e su virus modificati.
Una volta somministrati, i vaccini simulano il primo contatto con l’agente infettivo evocando una risposta immunologica (immunità umorale e cellulare) simile a quella causata dall’infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue complicanze.
Il principio alla base di questo meccanismo è la memoria immunologica: la capacità del sistema immunitario di ricordare quali microrganismi estranei hanno attaccato il nostro organismo in passato e di rispondere velocemente.
La sicurezza del paziente è fondamentale nella ricerca e sviluppo di un vaccino. Come tutti i nuovi farmaci o trattamenti, i vaccini devono superare una serie rigorosa di test prima di essere approvati e immessi sul mercato.
A conclusione degli studi preclinici, i vaccini candidati vengono sottoposti a tre fasi di sperimentazione sull’uomo e ad ogni fase si aggiungono sempre più volontari in modo che quando un vaccino viene approvato è già stato testato su decine di migliaia di persone che hanno partecipato agli studi clinici.
L’esposizione attraverso un vaccino non ti farà ammalare, ma spingerà il tuo sistema immunitario a riconoscere le porzioni di virus che costituiscono il vaccino e a costruire difese critiche che ti proteggeranno dal contrarre la malattia in futuro. Essere vaccinati non esclude in assoluto la possibilità di potersi ammalare, ma se ciò accade, l’aver ricevuto un vaccino aiuterà ad assicurarsi che i sintomi siano meno gravi e che la strada per il recupero sia più breve.
Assolutamente no. Il compito dell’mRNA è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula. In questo caso l’RNA trasporta le istruzioni per la produzione della proteina utilizzata dal virus per attaccarsi alle cellule, la proteina denominata Spike. L’organismo grazie alla vaccinazione produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso.
Qui l’idea discende direttamente dalla terapia genetica. Si tratta di costruire un virus artificiale, privo della sua capacità nociva ma dotato delle capacità di invadere alcune cellule e delle informazioni genetiche necessarie a indurle a produrre copie delle proteine virali che scatenano la risposta immunitaria. Anche qui, il vantaggio evidente sta nella maggiore velocità nel concepimento e nella produzione di questi vaccini innovativi rispetto a quelli tradizionali.
Quando viene vaccinato un numero sufficiente di persone, i vaccini possono anche proteggere la comunità dalle malattie attraverso “l’immunità di gregge” o “immunità di comunità”. E’ una condizione che si ottiene quando un numero sufficiente di persone in una data area sviluppa l’immunità di una malattia, rendendo così improbabile un’ulteriore diffusione.
In sostanza significa che la malattia non ha nessun altro posto in cui diffondersi. L’immunità di gregge è di vitale importanza per proteggere gli individui, come quelli con un sistema immunitario compromesso e quelli che sono troppo giovani per essere vaccinati
- Si stima che i vaccini salvino da 2 a 3 milioni di vite ogni anno a livello globale.
- I vaccini hanno portato a notevoli cali di morte e casi di morbillo, parotite e poliomielite, tra le altre malattie pericolose.
- I vaccini hanno anche svolto un ruolo fondamentale nell’eliminazione del vaiolo, che è “una delle malattie più devastanti conosciute dall’umanità” secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
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