La chimica è...

Chimica e società

L’acido acetilsalicilico, ovvero l’aspirina

8 febbraio 2021

“Oggi, per l’uomo della strada la vita è più facile, più comoda e più sicura che per i potenti di ieri. A lui importa poco di non essere più ricco del suo vicino, se il mondo intorno a lui gli dà strade, ferrovie, alberghi, un sistema telegrafico, benessere fisico e aspirina”, scriveva il filosofo e sociologo Josè Ortega Y Gasset nel 1930.


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L’acido acetilsalicilico, ovvero l’aspirina





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Il secolo dell'aspirina

ll ‘900 può essere considerato a tutti gli effetti “il secolo dell’aspirina”.
Si stima che ogni anno ne vengano consumate circa 40.000 tonnellate e fa parte dei farmaci considerati indispensabili dall’Organizzazione Mondiale della SanitàL’aspirina, nome chimico acido acetilsalicilico, è nota per le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antipiretiche. Primo esempio di cura medica a disposizione delle masse, fu il rimedio di frontiera per tentare di frenare l’epidemia di Spagnola dopo la Prima guerra mondiale e già nel 1950 entrò nel Guinness dei primati come l’analgesico più venduto della storia.

La nascita dell'aspirina

Ma com’è nata l’aspirina? Per rispondere a questa domanda bisogna ricostruire la sua storia avventurandoci in un dedalo di miti e leggende.

I primi studi risalgono all’800, quando il chimico italiano Raffaele Piria scoprì l’acido salicilico; sulla base di questa scoperta, nel 1853 Charles Frédéric Gerhardt, chimico francese, produsse l’acido acetilsalicilico, anche se in forma impura, con un gusto sgradevole che spesso provocava riflessi negativi sulla mucosa gastrica.

Il merito di aver ideato un farmaco ben tollerato dai pazienti va a Felix Hoffmann, che sintetizzò l’acido acetilsalicilico in forma chimicamente pura e stabile. I risultati furono così positivi che la direzione dell’azienda per cui lavorava non esitò ad avviarne la produzione.
Il 1 febbraio 1899 venne depositato il marchio “Aspirina” che, circa un mese dopo, fu registrato nella lista dei marchi di fabbrica dell’Ufficio Imperiale dei Brevetti di Berlino.

Un nome "santo"

Leggenda vuole che nel nome “aspirina” ci sia un riferimento diretto ad “Aspreno”, uno dei santi protettori della città di Napoli, il cui culto è rimasto in voga fino agli anni ’20 del ventesimo secolo. Sembra che, prima dell’uso tradizionale della compressa, buona parte della popolazione afflitta da mal di testa si recasse proprio nella chiesa in cui erano conservate le reliquie del Santo per guarire.

L’amministratore delegato di allora dell’azienda produttrice dell’aspirina, in visita nel capoluogo partenopeo, udì questa storia e al rientro in Germania diede alla molecola brevettata il nome che derivava da “Aspreno”, aspirina appunto.

La diffusione nel mondo

Nel 1921 una sentenza della Corte federale USA stabilì che “aspirin” fosse un nome generico non più soggetto a brevetto, aprendone così l’utilizzo alle case farmaceutiche di tutto il mondo. Il meccanismo di azione dell’aspirina è rimasto un mistero fino al 1971, quando il farmacologo inglese John Robert Vane pubblicò i risultati dei suoi studi sugli effetti del farmaco, ottenendo il Premio Nobel per la Medicina.

Piccola curiosità, a riprova dell’importanza sociale di questo farmaco: nel 1969, durante gli ultimi preparativi per il viaggio di Armstrong sulla luna, il dottor Charles Berry, direttore sanitario della NASA, aveva inserito nell’armadietto dei medicinali di primo soccorso del modulo lunare Apollo XI anche l’aspirina. Un rimedio…spaziale!

Fonti:
Il Blog della Sci

Dati Organizzazione Mondiale della Sanità