Inizialmente disprezzato (il suo nome è un diminutivo dello spagnolo plata, “argento” che si potrebbe tradurre come “argentaccio”), il platino cominciò a essere molto richiesto dalla fine dell’800 quando comparve nei gioielli delle donne più affascinanti del mondo.
Wallis Simpson, ricca donna americana che nel 1937 sposò il (poi ex) re Edoardo VIII, era solita affermare che “anche uno sciocco sa che con gli abiti di tweed e gli altri vestiti da giorno si indossa l’oro, ma con gli abiti da sera ci vuole il platino!”.
Nel 1931 il celebre regista Frank Capra sfruttò l’emergente simbolismo del metallo, diventato emblema di ricchezza e raffinatezza, per intitolare un suo film “La donna di platino”. L’attrice principale, Jean Harlow, interpretava una donna benestante che seduce e sposa un giornalista per salvare la propria famiglia da uno scandalo. Requisito indispensabile per la protagonista: essere biondissima, un bel biondo platino appunto!
Una richiesta talmente importante che il produttore arrivò ad offrire un premio al parrucchiere che fosse riuscito a replicare al meglio quella particolare sfumatura di colore…peccato che la pellicola fosse in bianco e nero e nessuno poté conoscere l’esatta tonalità di colore dei capelli della diva.
Da quel momento in poi però la chioma platinata di Jean Harlow comparve su tutte le copertine delle riviste e ogni ragazza di Hollywood che desiderava apparire altolocata e sofisticata correva ad acquistare acqua ossigenata per avere capelli….di platino!
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