L’ossigeno medicinale ad elevata purezza (con titolo pari o superiore a 99.5%) viene prodotto mediante criodistillazione dell’aria ambiente in appositi stabilimenti specializzati. Le componenti dell’aria (principalmente azoto e ossigeno) vengono separate in colonne di frazionamento, tramite un processo di repentino raffreddamento, che porta i gas a temperature molto basse, oltre i -180°C.
L’ossigeno così ottenuto viene quindi consegnato con speciali autocisterne direttamente ai singoli ospedali – nei cosiddetti «serbatoi criogenici» installati on-site o confezionato in forma liquida o gassosa presso le officine di produzione secondaria, in recipienti a pressione e bombole, distribuiti e destinati sia a strutture sanitarie che ai pazienti in ossigenoterapia domiciliare.
Produzione primaria, confezionamento (produzione secondaria) e trasporto sono attività articolate, con specifici protocolli e processi di qualità, regolamentazioni e misure di sicurezza.
In Italia sono circa 120.000 i pazienti affetti da patologie croniche respiratorie, che consumano ogni anno 5 milioni di confezioni, consegnate a domicilio con bombole e contenitori criogenici mobili. Per quanto riguarda le cure ospedaliere, servono oltre 125 milioni di litri di ossigeno liquido all’anno.
Per rispondere al fabbisogno e alla necessità di un servizio vicino ai pazienti e clienti, sul territorio nazionale si contano 150 officine di produzione e distribuzione autorizzate, con oltre 5.000 addetti che lavorano ogni giorno nella catena di produzione e distribuzione di gas medicinali. Questa presenza capillare e strutturata ha permesso di rispondere prontamente alla richiesta di ossigeno durante l’emergenza sanitaria legata al virus SARS-CoV-2, in alcuni momenti decuplicata.
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