Forse non sai

Chimica delle meraviglie

Nubi a lente

5 settembre 2024

Mai sentito parlare delle nubi lenticolari? Hanno una forma particolare che richiama, appunto, una lente. Possiamo trovarle principalmente sopra i monti ma anche nel cielo aperto e questo ha fatto sì che spesso venissero identificate come ufo o navicelle spaziali.

In realtà la loro forma è dovuta ad una precisa causa scientifica, comprendente anche i processi chimici che avvengono nell’atmosfera.


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Nubi a lente





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Come si formano le nuvole

Partiamo dal principio: come si formano le nuvole? A causa dell’evaporazione, l’aria è intrisa di particelle di vapore acqueo, trasportate dalle correnti atmosferiche. Quando incontrano una catena montuosa, una massa d’aria di diversa temperatura o moti verticali dovuti al riscaldamento diurno, queste particelle vengono spinte verso l’alto.

 

Raggiunte determinate temperature e specifiche condizioni di umidità, le particelle di vapore acqueo si condensano intorno ai cosiddetti nuclei di condensazione, chiamati anche aerosol. Si tratta di microscopiche particelle di origine naturale, come pollini, polveri minerali o batteri, o di origine umana, come le particelle di fuliggine generate dai processi di combustione. Questi corpuscoli giocano un ruolo fondamentale nei processi chimici atmosferici poiché è sulla loro superfice che il vapore acqueo si deposita e si condensa. Tale processo dà origine a piccolissime gocce d’acqua, invisibili ad occhio nudo, che insieme formano le nuvole che tutti conosciamo.

 

Le nubi si distinguono per forme, colore e altitudine. Ufficialmente ne esistono dieci categorie, ad esempio: i cirri, nubi chiare e sottili simili a dei filamenti, i nembostrati, densi ammassi di nuvole basse dal colore scuro e gli altocumuli, banchi di nubi chiare rotondeggianti vicine tra loro. Le nubi lenticolari appartengono a quest’ultima categoria.

 

Perché questa forma?

Le responsabili di queste nubi particolari sono le onde orografiche: onde statiche invisibili il cui percorso viene alterato dall’orografia del terreno. Si formano quando un flusso di aria si scontra con un rilievo e questo ne devia il flusso verso l’alto. Una volta raggiunta la sommità del monte, l’onda lo supera e ritorna verso il basso come disegnando il contorno dell’altura.

 

L’aria segue la traiettoria dell’onda sia in senso ascendente sia discendente e, se raggiunge l’altitudine necessaria e determinate condizioni, il vapore acqueo si condensa proprio in quel punto, dando origine a quelle nuvole stratificate che sorvolano la cima dei monti.

 

Una volta superata la vetta, il flusso viene nuovamente deviato verso il basso, dove l’aumento della temperatura dissolve la nube. Per questo motivo le nubi lenticolari sovrastano le cime dei monti senza allontanarsi da essi. Sono, in poche parole, un tratto del flusso d’aria che, grazie alla condensazione, diventa visibile ai nostri occhi.

 

La presenza di un monte non è tuttavia essenziale: spesso possiamo avvistare queste nuvole anche lontano dai rilievi. Ciò avviene quando la deviazione del flusso d’aria non è causata da un monte ma da un sollevamento termico.

Uno spettacolo rischioso

Queste nubi, per quanto affascinanti, possono costituire un pericolo. La loro formazione segnala la presenza di moti ascendenti e discendenti che possono causare vortici e turbolenze, interferire col volo di aerei o deltaplani anche trascinandoli verso altitudini pericolose.

 

A volte, il fascino della natura non è innocuo: le nubi lenticolari sono uno spettacolo… da ammirare dalla giusta distanza!

 

Fonti:

ISAC – CNR