La scoperta risale al 1954, quando Giulio Natta, leggendario scienziato, accademico e ingegnere chimico, trovò “il modo di mettere in fila le molecole come soldatini in parata” e da un gas ricavato dal petrolio, il propilene, realizzò un materiale elastico, leggero e resistente a temperature, trazione, flessione e abrasione che, da lì a poco, sarebbe entrato nelle vite di tutti.
Dove sta la rivoluzione?
Grazie all’economicità della sua lavorazione, il Moplen ha avuto un ruolo indiscusso nel boom economico, avendo permesso a tutti di avere oggetti di uso quotidiano di grande praticità e a costi accessibili.
Il Moplen è, infatti, il materiale con cui sono realizzati pettini e spazzole, filtri per lavatrici e cestelli per lavastoviglie, valigie, giocattoli per bambini fino a spremiagrumi, barattoli e zuppiere, tutti oggetti che fino ad allora erano fatti con materiali pesanti, o fragili, più difficili da maneggiare e soprattutto molto più costosi!
Frutto dell’unione tra ricerca all’avanguardia e industria, il Moplen rappresenta uno dei simboli più eloquenti di quanto la chimica abbia cambiato le nostre vite, donandoci un’infinità di oggetti che hanno reso più semplice e confortevole la nostra quotidianità.
Si tratta, tra l’altro, di un vanto tutto italiano: grazie alla scoperta del polipropilene isotattico, nel 1963 il Premio Nobel per la chimica fu assegnato Natta, ad oggi ancora unico italiano che abbia conquistato il prestigiosissimo premio.
La plastica è tuttora un materiale difficilmente sostituibile per moltissime funzioni: è una conquista alla quale non dobbiamo rinunciare , ma assicurarci invece che sia smaltita nel migliore dei modi e avviata correttamente al riutilizzo.