A volte richiamano l’astronomia, come è per l’Elio – dal greco helios “sole” –, o il Selenio – dal greco selene “luna” –, l’Uranio, il Plutonio o il Mercurio.
Se non abbiamo ancora digerito lo scioglilingua Bario, Bohrio Boro, si può sognare a occhi aperti con la mitologia greca, protagonista della Tavola: oltre a Titanio, dal nome dei sei giganti mitologici figli di Urano e Gea, ci sono anche Promezio da Prometeo, che donò il fuoco agli uomini rubandolo a Zeus, Tantalio, da Tantalo, il mitico re della Lidia condannato dagli dei a un atroce supplizio, e Plutonio, da Plutone dio degli inferi oltre che corpo celeste.
Per quanto riguarda la mitologia romana, si possono citare Cerio, da Cerere, la divinità della terra e della fertilità, Iride, messaggera degli dei e dea dell’arcobaleno, e Mercurio, figlio di Giove e primo pianeta del sistema solare.
In rappresentanza della cultura nordica ecco Vanadio, da Vanadis, dea della bellezza e Torio, dio del tuono.
Altri elementi sono nominati in base al paese di provenienza dei loro scopritori o al luogo in cui sono venuti alla luce, come Darmstazio – da Darmstadt, città sede del Centro di ricerca nucleare in cui l’elemento è stato sintetizzato nel 1994 –, Dubnio, che deve il suo nome a Dubna, località russa in cui fu prodotto per la prima volta nel 1964, Berkelio da Berkeley, Californio, Americio, Europio, Francio, Germanio e Polonio.
Non potevano certo mancare Einstein, Fermi, Mendeleev e Rutherford, rispettivamente einsteinio, fermio, mendeleevio e rutherfordio.
Nobelio è invece dedicato al chimico svedese Alfred Bernhard Nobel, mentre Curio si riferisce ai coniugi Marie Sklodowska Curie e Pierre Curie, divenuti famosi per il loro pionieristico lavoro nel campo degli elementi radioattivi.
Fonte: F. Tottola, M. Righetti, A. Allegrezza, Chimica per noi, A. Mondadori Scuola, by Mondandori Education
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