
Il cioccolato deriva da un lungo viaggio: dalle piantagioni dove cresce l’albero di cacao, agli impianti dove le fave vengono trasformate in burro di cacao, l’ingrediente principale delle tavolette di cioccolato che arrivano nelle nostre case.

Sono state identificate più di 600 molecole aromatiche all’interno del cioccolato. Solo alcune però caratterizzano il classico aroma che tutti conosciamo. Le più importanti sono: Il 3-metilbutanale, la vanillina e le pirazine che conferiscono un aroma nocciolato.

La teobromina, presente nel cacao, è una molecola simile alla caffeina, ha lo stesso effetto stimolante. Ma a differenza di altri alcaloidi, la teobromina non crea dipendenza, e ha benefici sull’umore.

L’origine della credenza che il cioccolato sia afrodisiaco è da attribuire ad uno psichiatra colombiano, Michael Liebowitz, convinto che ciò derivasse dalla presenza di feniletilammina, una sostanza chimica stimolante prodotta anche dal nostro cervello. Ma la quantità di feniletilammina presente nel cioccolato non è sufficiente a suscitarci alcuno stimolo.

Capita a volte che si formi una patina biancastra su un pezzo di cioccolato, poco piacevole da vedere. Si tratta di un fenomeno abbastanza comune (detto fioritura o fat blooming) causato da uno sbalzo termico oppure dall’esposizione a temperature troppo alte, che comporta uno spostamento dei grassi sulla superficie. Si tratta solo di un problema estetico che non influisce sul gusto del cioccolato.
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