Raccontare storie, creare un gruppo intorno a esse, è alla base dell’evoluzione dell’uomo come animale sociale, è ciò che ci ha permesso di raggiungere traguardi incredibili per una specie così giovane come la nostra; eppure, spesso è ciò che ci limita.
Come ogni strumento, anche le storie possono diventare pericolose se usate male. Polidoro ci mostra più volte quanto il bisogno di raccontare e di credere sia stato fondamentale nella storia dell’uomo, ma non perde occasione di evidenziare come questa affannosa ricerca di grandi racconti possa portarci fuori dalla realtà, spingendoci a cercare ciò che è più bello piuttosto che più veritiero.
Lo stesso si può dire dell’identità del gruppo. L’essere umano non sarebbe quello che conosciamo senza la sua capacità di cooperare con i suoi simili ma per fare ciò ha bisogno di qualcosa che li leghi tra loro, una credenza condivisa, qualunque essa sia. Tolto il “collante”, il gruppo si sfalda e con esso l’identità stessa degli individui che lo componevano: da qui il rifiuto nei confronti di alcune verità scientifiche a cui molto spesso assistiamo. Non si tratta di ignoranza, ma bisogno di preservare sé stessi, non è cattiveria o meschinità, ma illusione di fare qualcosa di buono. Nel libro, Polidoro spiega molto bene come funzionano questi meccanismi mentali. Esplorando i comportamenti mentali dell’essere umano, l’autore spiega come per tutti noi sia possibile arrivare inconsciamente a rifiutare la realtà e accogliere credenze e teorie più in linea con ciò in cui crediamo, in base al nostro personale sistema di valori e ideologia.
Temi e termini complessi possono spesso spaventare, ma quando navighi con un maestro come Polidoro anche il concetto più complesso diviene comprensibile. Ogni argomento è analizzato nel modo più semplice possibile, arricchito con esempi, storie e metafore, dimostrazione di come l’intento dell’autore sia quello di mettersi in relazione con il lettore, chiunque esso sia. Polidoro si rivolge direttamente a noi, spingendoci a pensare, ragionare, confrontare, quasi come se fossimo in sua compagnia. Ci guida nel ragionamento e ci rivolge domande senza fornirci la sua risposta, ma invitandoci a trovare la nostra: in questo modo non ci sentiamo imporre una teoria, ma veniamo dotati degli strumenti per comprendere.
In questo modo, l’autore ci mostra la sua personale soluzione al problema di come rapportarsi con negazionisti e cospirazionisti. Spada tratta e muso duro non sono mai efficaci: Polidoro ci sconsiglia lo scontro e le tecniche aggressive, sostenendo invece un approccio più pacato e comprensivo. Non giudica chi sostiene teorie antiscientifiche: al contrario, cerca di comprenderlo, mettendo in evidenzia i limiti di ognuno, compresi gli scienziati, compreso sé stesso. La divulgazione è educazione e ha come obiettivo la difesa e la diffusione della scienza, non ha certamente bisogno di infiniti battibecchi sui social o alle cene di famiglia.
Semplicemente a tutti! Una lettura scorrevole, intrigante, che scava nei meandri più complessi dell’essere umano in modo semplice, chiaro e alla portata di tutti. Un’imperdibile lezione di divulgazione scientifica, utile sia ai più esperti, sia ai più ferrei scettici. Non una lezione ma un’amichevole chiacchierata con quell’amico che non ci stanchiamo mai di ascoltare.