Forse non sai

Che cosa ha fatto la chimica per noi

La chimica che ci tiene all’asciutto!

24 Novembre 2025

Quante volte, colti da un acquazzone improvviso, abbiamo ringraziato quella giacca che ha fatto scivolare via l’acqua come nulla fosse? È un’esperienza talmente naturale che non ci fermiamo mai a chiederci come accada. Eppure, dietro a questa comodità quotidiana c’è un grande protagonista: la chimica dei tessuti idrorepellenti!

 

Un capo idrorepellente è un piccolo capolavoro di equilibrio: respinge l’acqua, ma lascia respirare il corpo. La sua efficacia si deve alla presenza di una membrana microporosa, una sorta di filtro invisibile con pori minuscoli — più piccoli delle gocce d’acqua ma più grandi del vapore acqueo — che permette al sudore di uscire, ma non lascia entrare la pioggia. Il risultato è una protezione asciutta, leggera e traspirante, perfetta per chi non vuole scegliere tra praticità e comfort.

 


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Idrorepellente o impermeabile?

Spesso si tende a usare i due termini come sinonimi, ma non è proprio così. L’idrorepellente resiste all’acqua, ma non in modo assoluto: affronta senza problemi una pioggia moderata o una passeggiata sotto l’acquazzone, ma non è pensato per ore di esposizione in condizioni estreme. L’impermeabile, invece, blocca l’acqua in modo completo, anche sotto la pioggia più intensa. Nei capi tecnici di alta gamma questa barriera non è totale e presentano un po’ di traspirabilità che migliora la gestione del calore e dell’umidità.

 

Esistono, ad esempio, tessuti ad altissima tenacità, impermeabili ma allo stesso tempo traspiranti, perfetti per chi si muove molto o pratica attività outdoor. Accanto a queste soluzioni sofisticate esistono anche membrane completamente impermeabili, come il PVC (quelle delle classiche cerate da vela, delle tende o dei teli nautici), che non lasciano passare nemmeno un soffio d’aria. Più leggere, ma sempre totalmente impermeabili, sono invece le versioni in poliestere o poliammide spalmati in Poliuretano, tipiche dei poncho e degli impermeabili leggeri: pratiche, compatte e ideali per chi vuole una protezione affidabile!

Le fibre che fanno la differenza

Per ottenere il giusto mix di resistenza e comfort, servono le fibre giuste. Le fibre sintetiche (poliammide, poliestere, polipropilene) sono oggi protagoniste assolute perché si prestano meglio ai trattamenti che rendono i tessuti idrorepellenti o impermeabili.

Il ruolo degli ausiliari chimici

In aggiunta alle proprietà di alcune fibre, che possiedono caratteristiche intrinseche di idrorepellenza, è possibile effettuare trattamenti superficiali di finissaggio con speciali ausiliari chimici (come resine, siliconi o altri prodotti) che conferiscono ai tessuti le caratteristiche di idrorepellenza necessarie per la funzionalità dei capi di abbigliamento. È grazie a questi “ritocchi invisibili” che il tessuto acquista la capacità di far scivolare via l’acqua senza assorbirla!

Dal mondo tecnico alla moda di tutti i giorni

Fino a pochi anni fa, questi materiali erano prerogativa di sportivi, professionisti e avventurieri. Oggi invece i tessuti idrorepellenti sono entrati a pieno titolo anche nella moda quotidiana. Giacche, pantaloni e cappotti “travel” utilizzano fibre man-made per offrire leggerezza, elasticità, effetto antipiega e asciugatura rapida, senza rinunciare allo stile. Alcuni brand di alta gamma hanno persino creato linee “tecno sartoriali”, in cui la performance incontra l’eleganza, dimostrando che la chimica può essere tanto utile quanto affascinante.

 

La prossima volta che la pioggia proverà a rovinarti la giornata, fermati un attimo a guardare come scivola via dal tessuto. Quello che vedi non è fortuna, è chimica che lavora per te: silenziosa, ingegnosa e sempre un passo avanti al maltempo!

Fonti:

AISPEC