La chimica è...

Che storia

Kamala Bhagwat Sohonie, la chimica combattente

1 luglio 2024

Gli studi della chimica Kamala Bhagwat Sohonie salvarono milioni di bambini dalla malnutrizione: fu una brillante ricercatrice, ma si dedicò intensamente anche all’affermazione delle donne in campo scientifico. Incurante dei tanti dinieghi e dei molti ostacoli da superare, seppe ottenere con tenacia e capacità il meritato successo: il suo impegno le valse vari titoli, riconoscimenti e le consentì di ricoprire ruoli fino ad allora mai concessi a una donna, aprendo così la strada a una nuova generazione di ricercatrici e cambiando radicalmente la società indiana.


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Kamala Bhagwat Sohonie, la chimica combattente





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Lottare per la chimica

Kamala Bhagwat nacque nel 1911 a Indore, in India. Suo padre e suo zio erano chimici esperti e affermati che la incoraggiarono fin da giovane a seguire le loro orme. L’orientamento culturale ricevuto in famiglia fu dunque ben diverso da quello che era solitamente riservato alle donne nella società indiana: le donne erano destinate ai lavori domestici ed era loro precluso l’accesso a qualsiasi tipo di istruzione, al punto che il tasso di alfabetizzazione femminile era inferiore all’1%.

 

Supportata dalla famiglia Grazie al supporto dei suoi, Bhagwat poté invece laurearsi in chimica e lo fece col con il massimo dei voti al Bombay Presidency College, superando tutti i suoi compagni di corso. Spinta da questo iniziale successo fece domanda, nel 1933, per l’Indian Institute of Science di Bangalore guidato dal celebre fisico Chandrasekhara V. Raman, primo uomo asiatico ad ottenere un premio Nobel.

 

Nonostante i suoi voti e l’intercessione di suo padre, Bhagwat venne bruscamente rifiutata: nessuna donna era infatti mai stata ammessa nell’istituto, una decisione che la giovane scienziata si rifiutò di accettare. Si recò direttamente nell’ufficio di Raman, sostenendo con forza la sua candidatura e scommettendo che sarebbe riuscita a completare il percorso di studi con lode. Il famoso fisico, nonostante le sue molte riserve, fu colpito da tanta convinzione e alla fine cedette.

Le ricerche tra India ed Europa

Le condizioni per la sua ammissione furono tutt’altro che generose. Bhagwat avrebbe dovuto superare un periodo di prova di un anno, con turni di lavoro sfiancanti e l’assoluto divieto di intralciare l’operato dei suoi colleghi maschi. Tutto sembrava organizzato per farla desistere ma ancora una volta la giovane chimica diede prova della sua determinazione, riuscendo a guadagnarsi la stima dei suoi superiori. Lo stesso Raman dovette ricredersi e fu talmente impressionato dalle sue ricerche da aprire le porte dell’istituto anche alle donne, che in poco tempo divennero molte.

 

Grazie ad una borsa di studio, Kamala poté recarsi all’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Lì ottenne notevoli risultati, lavorò al fianco di illustri scienziati, come il premio Nobel Fredrik Hopkins, e conseguì un dottorato di ricerca. Fu la prima donna indiana della Storia a raggiungere un simile traguardo. Nonostante il nuovo ambiente di lavoro fosse molto più favorevole e prolifico, Kamala decise di ritornare a casa nel 1939, per mettere le sue conoscenze al servizio del suo Paese.

Per la scienza e per le persone

In India continuò il suo lavoro di ricerca in diversi istituti, dove ricoprì ruoli prestigiosi, e dopo il matrimonio con il professor Madhav Sohonie nel 1947 tornò a Bombay, dove ottenne una cattedra di biochimica all’Istituto di Scienze. Qui, su richiesta dello stesso presidente indiano Rajendra Prasad, si occupò di una serie di studi legati all’alimentazione, con l’obiettivo prioritario di contrastare uno dei problemi che più che affliggevano la società indiana: la malnutrizione.

 

Grazie alle loro ricerche, Bhagwat e i suoi studenti scoprirono che il neera, anche chiamato nettare di palma, poteva essere impiegato come integratore alimentare, con numerosi benefici. La scoperta di un prodotto così efficace ed economico portò ad un netto miglioramento della salute dei bambini malnutriti e delle donne in gravidanza in tutto il Paese. Per questa scoperta ricevette encomi, premi e infine, seppur dopo una lunga quanto ingiustificata attesa, fu nominata direttrice dell’Istituto, ruolo che nessuna donna prima di allora aveva ricoperto.

 

La morte la raggiunse nel 1998, dopo anni di ricerche, pubblicazioni scientifiche ed un costante impegno sociale, proprio durante una cerimonia in suo onore organizzata dall’Indian Council of Medical Research.

 

 

Leggi le altre storie sui grandi chimici del passato nella nostra rubrica Che Storia

Fonti

Indian Academy of Sciences