Le piste di atletica omologate per le gare sono realizzate in tartan, un materiale sintetico a base di poliuretano. Il suo ingresso in pista risale alle Olimpiadi che si svolsero in Messico nel 1968, segnando di fatto una vera e propria rivoluzione nella storia dell’atletica leggera. Fino a quel momento le piste erano realizzate perlopiù in asfalto e gomma, facilmente deteriorabili e poco adatte alla corsa.
Il tartan invece garantisce prestazioni elevate anche in caso di pioggia e permette agli atleti di allenarsi in tutti i periodi dell’anno. È costituito da una miscela di caucciù e materiali inorganici (come i silicati) o di resine sintetiche, impastata a caldo con sabbia e distesa su una pavimentazione preesistente oppure su uno strato di asfalto colato su massetto. Sullo strato superficiale vengono dispersi e compressi trucioli di gomma prima del raffreddamento, conferendo così alla superficie ruvidezza ed elasticità.
Esistono due tipi di tartan: uno chiamato embedded, a grana grossa, che garantisce maggiore elasticità, ed uno chiamato encapsulated, a grana fine, più resistente all’abrasione, consigliato soprattutto per gli impianti di atletica leggera al coperto.
Anche le piste da corsa possono essere sostenibili grazie alla chimica! Sono stati realizzati modelli utilizzando la gomma derivata dalla macinazione degli pneumatici usati, che vengono prima tritati e poi aggiunti nello strato inferiore della pista. La gomma degli pneumatici ha eccellenti proprietà viscoelastiche e, combinata con la gomma nuova che viene posizionata sulla superficie della pista, ne impedisce l’ossidazione e garantisce sicurezza e velocità agli atleti (per farvi un esempio, è la stessa gomma che viene utilizzata nelle aree giochi per proteggere i bambini dalle cadute!).
Si ringrazia il Professor Maurizio Masi, Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano