Simbolo di un nuovo tipo di aggregazione, la televisione è il prototipo di un’invenzione collettiva che crea l’evoluzione in immagini delle parole e dei suoni della radio, per diventare il simbolo di un fortissimo cambiamento culturale.
A inizio 1900, quando in tutto il mondo si stavano svolgendo esperimenti per riuscire a trasmettere le immagini a distanza, venne introdotta per la prima volta la parola ‘televisione’. È a Londra poi, nel 1925, che, grazie all’inventore scozzese John Logie Baird, la prima vera televisione vede la luce.
La televisione di John Logie Baird era essenzialmente meccanica e il cuore del processo, che suddivideva l’immagine in unità più piccole che potevano essere trasmesse e trattate separatamente, era costituito da un disco rotante che presentava fori lungo una linea spirale. Il disco, brevettato dal tedesco Paul Gottlied Nipkow nel 1885, non era mai stato utilizzato.
La luce, che attraversava i fori durante la rotazione del disco, raggiungeva in modo intermittente una fotocellula in selenio inserita nella parte opposta del meccanismo. Il selenio aveva la specifica capacità di condurre l’elettricità in modo differente, a seconda di come la luce lo colpiva. La stessa corrente elettrica, all’altro capo del meccanismo di trasmissione, serviva per ottenere un’immagine fissa da proiettare su uno schermo. Furono i primi passi verso la televisione moderna.
Perfezionato e sviluppato prima dall’ingegnere russo Vladimir Zvorykin e poi dal suo docente all’Istituto di tecnologia di San Pietroburgo Boris Rosing, il tubo a raggi catodici fu il passo decisivo per arrivare alla televisione moderna. I due scienziati costruirono un apparecchio dotato di un obiettivo simile a quello delle macchine fotografiche, capace di mettere a fuoco un’immagine su una superficie fotosensibile che, colpita dalla luce, era in grado di emettere elettroni che formavano un segnale elettrico direttamente proporzionale alla luce ricevuta.
Il cuore di questo apparecchio, brevettato nel 1932, venne chiamato icoscopio e derivava da quelle valvole termoioniche che avevano permesso l’affermarsi della radio. Un’altra importante componente del sistema era il cinescopio, che ritrasformava gli impulsi elettrici in immagini.
Il tubo a raggi catodici è stato alla base del funzionamento dei televisori fino all’introduzione di quelli moderni, a cristalli liquidi.
La storia della televisione è tutt’ora in divenire: basti pensare ai televisori LCD o al plasma, fino agli schermi led.
Un racconto a tratti poetico e malinconico: così i film e i programmi televisivi hanno a lungo parlato solo nelle diverse tonalità del grigio. Bisogna aspettare il 1953 per l’arrivo della televisione a colori negli Stati Uniti e il 26 agosto 1972 in Italia.
La televisione a colori si fonda sul principio della tricromia, ossia della ricostruzione di un’immagine composta da molti colori a partire da tre fondamentali componenti: rosso, verde e blu. Lo schermo del ricevitore televisivo è composto da tre gruppi diversi di fosfori, sostanze in grado di produrre luminescenza che, opportunamente colpite o eccitate, riproducono uno dei tre colori primari.
Fin dagli esordi la televisione è stata una finestra sul mondo e sulla cultura in grado di dare un respiro universale a ogni singola esistenza privata.
Ognuno di noi serba nella memoria e nel cuore un programma particolare, un episodio indimenticabile o semplicemente ha, nella propria quotidianità, un momento legato alla televisione. Qual è il vostro? Ditecelo nei commenti!