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Che cosa ha fatto la chimica per noi

Il cuore dei farmaci: il principio attivo

2 settembre 2024

Quando prendiamo un farmaco per curarci ci auguriamo giustamente che faccia effetto prima possibile e raramente ci fermiamo a pensare al suo contenuto. È proprio all’interno del medicinale che avviene la magia della scienza farmaceutica. Al centro di tutto, infatti, c’è il principio attivo! Cos’è esattamente? Scopriamolo insieme!


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Il cuore dei farmaci: il principio attivo





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Il primo principio attivo: l'acido acetilsalicilico

La storia del primo principio attivo farmaceutico inizia con il salice, una pianta nota fin dall’antichità per le sue proprietà curative. Gli antichi usavano la corteccia di questo albero per alleviare dolori e febbre, ma il segreto di questa “magia” rimase sconosciuto fino al 1829, quando il chimico italiano Raffaele Piria riuscì a isolare la salicina, una sostanza che, una volta ingerita, si trasformava in acido salicilico, utile contro il dolore e la febbre ma irritante per lo stomaco.

 

Nel 1897, il chimico tedesco Felix Hoffmann, lavorando per conto di un’azienda farmaceutica, riuscì a sintetizzare un derivato più tollerabile: l’acido acetilsalicilico. Una scoperta che permise di utilizzare un principio attivo coi benefici del salice ma senza effetti collaterali gravi.

Cosa sono e come funzionano i principi attivi

Il principio attivo, noto anche come API (Active Pharmaceutical Ingredients), è una sostanza chimica che ha un effetto terapeutico: cura, previene o allevia una malattia. In altre parole, è l’ingrediente principale che rende un farmaco efficace: agendo a livello molecolare, interagisce con il nostro corpo per produrre l’effetto desiderato.

Principio attivo ed eccipiente: un rapporto essenziale

Il principio attivo è come il motore di un’auto: senza, il medicinale non funzionerebbe! E, tuttavia, non è mai da solo.

 

Per essere somministrato in modo adeguato, un farmaco è infatti composto da due parti fondamentali: il principio attivo e gli eccipienti.

Questi ultimi sono sostanze inattive dal punto di vista farmacologico, ma necessari per la formulazione di un medicinale: proteggono il composto da agenti esterni (come il caldo, il freddo e l’umidità), aumentano il volume per facilitare la preparazione di compresse, stabilizzano soluzioni e sospensioni, e migliorano il sapore. Senza gli eccipienti, i principi attivi non potrebbero essere assorbiti opportunamente dall’organismo o mantenersi stabili fino al momento dell’uso.

Il processo di scoperta e studio di un principio attivo

Scoprire un nuovo principio attivo non è affatto semplice! Al contrario, si tratta di un processo complesso e lungo, che coinvolge diverse fasi.

Si parte dall’individuazione del bersaglio farmacologico, che è uno dei passaggi più critici nello sviluppo di un medicinale e richiede una profonda comprensione della biologia della malattia. Per scoprire quali molecole all’interno del corpo sono cruciali per la progressione della patologia, i ricercatori utilizzano differenti tecniche come la genetica, la biologia molecolare e la bioinformatica.

 

Una volta identificato il “bersaglio” del medicinale, gli studiosi cercano molecole che possano interagire con esso in modo benefico. Tutto ciò avviene attraverso test su migliaia di composti chimici, spesso utilizzando tecnologie avanzate, come il modello computazionale.

 

I prodotti promettenti vengono modificati chimicamente per migliorarne l’efficacia e per ridurre gli effetti collaterali. Prima di essere testato sugli esseri umani, il principio attivo viene studiato in laboratorio mediante test preclinici e se questi danno risultati positivi, il farmaco passa agli studi clinici, che si svolgono in tre fasi.

Nella prima viene effettuato un test su un piccolo gruppo di volontari sani per valutare la sicurezza, nella seconda su un gruppo più ampio di pazienti per determinare l’effetto e identificare eventuali effetti collaterali e una volta arrivati all’ultima fase vengono eseguiti studi su larga scala.

L’evoluzione e il futuro della ricerca sui principi attivi

Mentre in passato molte ricerche erano empiriche e basate su osservazioni casuali e sull’uso tradizionale di piante e sostanze naturali, con l’avvento della chimica moderna la ricerca sui principi attivi si è evoluta notevolmente, diventando più precisa e sofisticata. Oggi gli scienziati possono utilizzare metodologie avanzate, come la bioinformatica e la biologia computazionale, per progettare farmaci su misura, mirati a bersagli molecolari specifici.

 

Il futuro degli studi in questo ambito si muove verso una maggiore sostenibilità e innovazione. Le aziende farmaceutiche stanno infatti adottando pratiche per ridurre l’impatto ambientale nella produzione di medicinali. Tecnologie come la flow chemistry e la biocatalisi stanno rendendo la fabbricazione di principi attivi più efficiente ed ecocompatibile. Inoltre, la ricerca si concentra sempre più su approcci personalizzati, con prodotti farmaceutici progettati specificamente per il profilo genetico di ogni paziente.

 

I principi attivi sono il vero cuore pulsante di ogni farmaco, il risultato di decenni di ricerca e sviluppo. Grazie alla combinazione di scienza, tecnologia e innovazione, possiamo beneficiare di trattamenti sempre più efficaci e sicuri.

Fonti:

ASCHIMFARMA