I fertilizzanti forniscono i nutrienti essenziali per il terreno e per le colture, preservandone la fertilità e permettendo così un incremento della produzione agricola fino al 75%.
I nutrienti principali sono azoto (N), fosforo (P) e potassio (K); a questi si aggiungono i nutrienti secondari come calcio, magnesio e zolfo e microelementi come ad esempio il boro.

Non esiste un solo tipo di fertilizzante; anzi, ce ne sono diverse categorie, adatte a specifici bisogni. Ci sono i fertilizzanti minerali (circa il 60%) che offrono nutrienti immediatamente disponibili per le piante, garantendo una crescita rapida e bilanciata. I fertilizzanti organici (circa l’8%) e organo-minerali (circa il 9%) rilasciano, invece, i nutrienti lentamente, grazie alla degradazione della sostanza organica, migliorando così anche la struttura del terreno. La restante quota è coperta da altri prodotti, come, ad esempio, gli ammendanti o biostimolanti, prodotti innovativi che migliorano la resilienza delle colture nonché la qualità delle produzioni agricole.

L’innovazione nei processi e nelle tecnologie ha favorito lo sviluppo di alcuni prodotti fertilizzanti a partire da scarti organici di allevamenti, industrie conciarie e alimentari. Tali processi non solo generano prodotti efficaci, ma costituiscono un esempio virtuoso di economia circolare. Questi materiali di recupero, infatti, vengono trasformati in nutrienti utili per il suolo attraverso sistemi che garantiscono elevati standard di sicurezza per l’ambiente e per la salute. Questo permette di ridurre gli sprechi, valorizzare le risorse e rendere più sostenibile la produzione di concimi. Attualmente, circa il 20% dei fertilizzanti deriva da queste fonti.
