Triestino dalle origini armene, passò alla storia come il primo chimico italiano ad essere stato candidato al Premio Nobel. Studiò a Trieste, poi a Vienna e infine si laureò in scienze naturali presso l’Università di Giessen, con una tesi sull’affinità chimica.
La chimica è stata la sua grande passione e la ricerca la sua prospettiva di vita. Sebbene il suo primo interesse scientifico fosse la spettroscopia, sono stati i suoi studi successivi sulla composizione degli olii essenziali di varie piante, sull’azione chimica della luce e sulla funzione e trasformazione delle sostanze contenute nelle piante che lo hanno portato ad essere soprannominato “il profeta dell’energia solare”.
E’ considerato il padre fondatore della fotochimica, branca della chimica che si occupa delle reazioni chimiche indotte dall’interazione della luce.
Quando sintetizzò per la prima volta questa nuova disciplina, nel 1912, in un discorso tenuto a New York durante VIII Congresso Internazionale di Chimica Applicata, disse:
“La civiltà moderna è figlia del carbon fossile: questo offre all’umanità l’energia solare nella forma più concentrata, accumulata nel tempo d’una lunga serie di secoli. L’uomo moderno se ne serve con crescente avidità e spensierata prodigalità per la conquista del mondo. Come il mitico oro del Reno, il carbon fossile è per ora la sorgente precipua di forza e di ricchezza. La terra ne possiede ancora enormi giacimenti: ma essi non sono inesauribili. Bisogna pensare all’avvenire e sorge allora una domanda: l’energia solare fossile è la sola che possa essere usata nella vita e nella civiltà moderna?”
E come se non bastasse, profetizzò l’avvento dell’energia solare:
“E anche se in un futuro distante le scorte di carbone verranno completamente esaurite, la civiltà non sarà messa in scacco, perché vita e civilizzazione continueranno finché il sole continuerà a splendere!”
Un insight notevole, considerando che Ciamician è cresciuto nell’era del vapore e del carbone…!