I pochi soldati che ancora restavano agli ordini dell’imperatore stavano lottando contro la fame, le malattie e il gelo paralizzante. Gran parte di loro era destinato a perire, non essendo sufficientemente equipaggiato per sopravvivere ai rigori del gelido inverno russo. Così Napoleone fu costretto alla ordinare la ritirata.
Ma che cosa causò lo sfacelo di un’armata tanto potente? Può sembrare sorprendente, ma tra i responsabili della distruzione dell’esercito di Napoleone potrebbe esserci un bottone, di stagno per la precisione! Al calare della temperatura, i bottoni delle uniformi dei soldati iniziarono a sbriciolarsi, uno ad uno, lasciandoli al freddo.
Come si spiega questo fenomeno? Lo stagno, cinquantesimo elemento della Tavola periodica, a temperature normali ha due forme allotropiche, chiamate rispettivamente “stagno bianco” e “stagno grigio”. Lo stagno bianco è stabile a temperatura ambiente ed in particolare sopra i 13 °C, mentre lo stagno grigio è stabile sotto i 13 °C. Questo significa che se lo stagno bianco viene posto a bassa temperatura, esso lentamente si trasforma nella forma più stabile a quella temperatura, cioè diventa stagno grigio.
Si tratta di un fenomeno noto come “peste dello stagno”: la conversione a basse temperature dello stagno bianco a stagno grigio comporta modifiche strutturali che provocano la polverizzazione dei manufatti.
Chi avrebbe mai detto che la disfatta napoleonica potesse essere ricondotta (anche!) a un minuscolo bottone…di stagno? 🙂
Da I bottoni di Napoleone. Come 17 molecole hanno cambiato la storia di Penny Le Couteur e Jay Burreson
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