Ma davvero quindi la bistecca è “condita” con gli antibiotici? Assolutamente no!
Si tratta di un vero e proprio falso mito.
L’uso di antibiotici negli allevamenti segue regole ben definite.
Gli animali, così come gli uomini, si possano ammalare, e per questo vanno curati, ma è solo dopo un’attenta diagnosi che il medico veterinario prescrive il farmaco specifico in base alla specie a cui è rivolta la cura.
L’antibiotico viene dato agli animali solo se strettamente necessario.
Una volta terminata la terapia, deve essere rispettato un tempo necessario al corretto smaltimento della molecola, periodo in cui l’animale non può essere macellato. Il tempo di sospensione (o tempo di attesa), viene stabilito da studi farmaco-tossicologici approfonditi.
Le Istituzioni hanno da tempo predisposto serie attività di monitoraggio e per la sensibilizzazione verso un corretto uso degli antibiotici e della gestione manageriale degli allevamenti.
E i primi risultati si sono già registrati: negli ultimi anni il consumo di antibiotici negli animali è calato del 32%, grazie anche all’aumento della profilassi vaccinale. Da aprile 2019 inoltre sono stati introdotti in Italia un sistema per la tracciabilità del farmaco veterinario e la ricetta elettronica veterinaria, validi strumenti per monitorare il reale consumo del farmaco. La pratica dell’uso degli antibiotici come promotori di crescita, poi, è vietata ormai dal 2006.
La salute animale e la salute dell’uomo sono strettamente collegate tra loro.
One Health, una Sola Salute: più gli animali sono sani, maggiore è il benessere per le persone e minore è lo spreco di risorse per il pianeta.
Per approfondire questo argomento e fare ulteriore chiarezza sull’argomento visitate i seguenti siti:
Gli alimenti industriali sono spesso considerati meno salutari rispetto a quelli “naturali”. “Meglio il salame del mio contadino” dicono … Ma ne siete proprio sicuri?