Ma in che modo viene garantita la sicurezza del cibo che mangiamo? Un aiuto irrinunciabile viene dagli agrofarmaci, sostanze di origine chimica o biologica che controllano gli insetti, le malattie e le malerbe su frutta e verdura e permettono alle colture di crescere sane e forti.
Per la loro funzione difensiva dovrebbero essere riconosciuti come preziosi alleati.
Invece il loro utilizzo crea spesso timori, legati soprattutto alla presenza dei cosiddetti “residui” che possiamo trovare sulla frutta o la verdura che mangiamo. Per “residui” si intendono le quantità minime di sostanze chimiche che possono rimanere nella coltura in seguito alla loro applicazione. C’è chi sostiene che ingerire questi “residui” sia dannoso per la salute.
Ma è un falso mito! Quelle tracce di “sostanze chimiche nei nostri piatti” non rappresentano rischi concreti per chi le ingerisce.
L’utilizzo degli agrofarmaci è sottoposto a rigidissimi controlli, proprio per tutelare la nostra salute.
Questo vale anche per la presenza di residui negli alimenti, per cui esistono dei livelli massimi di residuo accettabili, continuamente aggiornati. Se un residuo si presenta sotto i limiti di legge, significa che quell’alimento è sicuro.
Sull’importanza dell’utilizzo degli agrofarmaci non devono esserci dubbi!
Sono proprio questi prodotti infatti che consentono di proteggere le colture dalle malattie e dai parassiti, di mantenere inalterata la qualità degli alimenti e di preservare una corretta igiene alimentare, evitando ad esempio le contaminazioni dopo la raccolta.
Forse non tutti sanno che la filiera agroalimentare italiana rappresenta un’eccellenza a livello internazionale, come testimonia anche il rapporto annuale sui residui di pesticidi rilevati negli alimenti nell’Unione Europea relativo all’anno 2019 pubblicato da EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare): l’Italia è il terzo Paese per numero di campioni analizzati, di cui il 97,6% rientrava nei livelli ammessi dalla legge.
Al contrario di quanto si possa pensare quindi, il cibo che arriva sulla nostra tavola è totalmente sicuro per la salute e l’agricoltura italiana ha già fatto e sta continuando a fare enormi passi avanti, verso modelli di produzione sempre più sostenibili.
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