Dal loro debutto, gli artisti di strada hanno sempre utilizzato i generatori aerosol, stimolando i fabbricanti a realizzare prodotti sempre più creativi ed efficaci. L’Aerosol-art è stata una delle prime espressioni artistiche accostate al graffitismo: si tratta dell’utilizzo della bomboletta spray con applicazioni pittoriche aerografiche molto simili alle produzioni convenzionali.
L’Aerosol-Art dapprima ha arricchito di significato le scritte Graffiti, connotandole e rendendole apprezzate al grande pubblico e successivamente ha trovato una propria indipendenza e dignità artistica.
Ma sappiamo come funzionano le bombolette spray che colorano le nostre città?
Innanzitutto è importante capire che cosa si intenda per aerosol: un dispositivo composto da una bombola di acciaio, alluminio o vetro, che contiene una miscela di prodotto e propellente. Quando si esercita la pressione sulla valvola, essa si apre e il propellente spinge il prodotto fuori sotto forma di spray, schiuma o gel.
Il primo a brevettare questo processo fu il chimico norvegese Erik Rotheim nel 1926, ma la prima bomboletta fu prodotta da Julian Seth Kahn nel 1939.
Uno dei primi utilizzi delle bombolette spray fu durante la seconda guerra mondiale come insetticida contro le zanzare portatrici di malaria. Nel 1949 per la prima volta furono immesse delle vernici nelle bombolette spray da Edward Seymour, per la gioia di tutti gli artisti di strada del mondo!
Spesso associamo l’aerosol alla cura di malanni di stagione delle vie aeree, ma sono tanti gli aspetti della vita quotidiana in cui viene utilizzato: a casa, sotto forma di deodorante ad esempio, in giardino, in macchina, dal parrucchiere, nei cantieri, sugli aerei e persino nello spazio…
Ancora una volta la chimica riesce a sorprenderci, come compagna indispensabile nella vita quotidiana, ma anche per il suo lato artistico!
AIA
Quante volte ti sarà capitato di leggere o sentir dire in TV che le bombolette spray bucano l’ozono? Niente di più falso. O, per lo meno, non aggiornato.