Willard Gibbs nacque nel 1839 negli Stati Uniti, più precisamente nello Stato del Connecticut. Fin dalla tenera età venne definito come un ragazzo riservato, ma anche amichevole. Studiò alla Hopkins Grammar School locale, dove si fece conoscere per il suo impegno totale e la passione travolgente per il lavoro accademico. Questo aspetto, unito a una salute piuttosto cagionevole, non gli permise di godersi appieno la vita sociale della scuola.
I successi scolastici non mancarono e, dopo numerosi riconoscimenti, intraprese gli studi in ingegneria, laureandosi con una tesi sull’utilizzo dei metodi geometrici nella progettazione di ingranaggi. A Yale, dove il padre fu professore di letteratura sacra, conseguì il dottorato nel 1863, traguardo che rimase nella storia perché fu il primo dottorato in ingegneria a essere conferito negli Stati Uniti.
Dopo la morte di entrambi i genitori, Gibbs partì per l’Europa con le sorelle. Qui trascorse diversi anni, spostandosi prima a Parigi, poi a Berlino e infine a Heidelberg, dove ebbe la possibilità di confrontarsi con altri scienziati appassionati, come il matematico e fisico Gustav Kirchhoff e il fisiologo e fisico Hermann von Helmholtz.
Di ritorno a Yale, nel 1869, Gibbs si rese conto di come quel viaggio lo avesse profondamente cambiato, sia come uomo ma soprattutto come scienziato.
A 34 anni Gibbs mostrò tutto il suo genio. Nel 1873, infatti, pubblicò due lavori, “Graphical Methods in the Thermodynamics of Fluids” e “A Method of Geometrical Representation of the Thermodynamic Properties of Substances by Means of Surfaces”.
Fu poi nel 1876 che diede alle stampe la prima parte della sua opera più famosa, “Sull’equilibrio delle sostanze eterogenee”. Questo studio sull’analisi vettoriale fu di grande rilevanza non solo per la chimica, ma anche per la matematica pura.
Gibbs, grazie alle sue ricerche, fu un vero innovatore nel mondo scientifico: basti pensare allo studio della macchina a vapore o al metodo per trovare l’orbita della cometa Swift a partire da tre osservazioni, ma anche alla teoria elettromagnetica della luce o agli studi sulla meccanica quantistica.
La sua ultima pubblicazione, “Principi elementari di meccanica statistica”, pose le basi di tutta questa branca della fisica.
Abitudinario e legato alle proprie origini, Gibbs visse per tutta la vita nella stessa casa, costruita dal padre a poca distanza dalla scuola, dal college e dall’Università che Gibbs frequentò.
Gli scienziati statunitensi del suo tempo non seppero apprezzare fino in fondo il suo genio: troppo preoccupati nel trovare risposte ai quesiti pratici, non compresero l’importanza basilare del suo lavoro teorico, costellato di formule e squisitamente deduttivo. Willard Gibbs morì nel 1903, dopo una vita dedicata alla ricerca.
Fonti