Ma vi siete mai chiesti da dove deriva il suo nome e a cosa si riferisce quel “Silicon”? L’elemento n. 14 della Tavola periodica ci dà motivo di spiegarlo.
La regione meridionale della baia di San Francisco aveva in origine un altro nome: “Valley of Heart’s Delight”, in riferimento agli alberi da frutto presenti in quell’area.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, l’Università di Stanford ebbe l’idea di costruire un’area industriale nei suoi pressi: lo Stanford Industrial Park, nato con l’obiettivo di creare un polo di alta tecnologia, limitando l’inserimento solo a quelle aziende high-tech che potessero dare un valido contributo scientifico alla Stanford.
Da qui la nascita di un luogo da subito destinato a diventare leggendario: nella valle si aprirono numerose fabbriche di semiconduttori e microchip, entrambi basati sull’utilizzo del silicio. È proprio per questo che il giornalista Don C. Hoefler, nel 1971, intitolò una serie di articoli “Silicon Valley USA”.
Fu un vero e proprio battesimo per un luogo che, grazie a quelle tecnologie, incominciava a richiamare altri tipi di business, come quelli legati ai computer, alla produzione di software e, infine, alla realizzazione di servizi in rete.
In un articolo del San Jose Times, Hoefler scrisse “La logica era abbastanza semplice: questi semiconduttori rivoluzionari sono fatti in una valle, dal silice – non il silicone, per favore – il secondo elemento chimico più abbondante… sulla Terra. Come potevo sapere che il termine sarebbe presto essere adottato a livello di settore e, infine, diventare generico in tutto il mondo?”.
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