Dai primi modelli ai giorni nostri c’è stata una grande evoluzione. Fin dai primi anni ’70 il pannolino è diventato un prodotto di massa: la spilla da balia venne sostituita con un nastro adesivo, più pratico e meno pericoloso per il neonato. Fu introdotto poi un gel assorbente per dimezzare il volume del pannolino e il cambio venne semplificato grazie all’aggiunta di adesivi nella parte davanti. Poi, via via, ci sono state innumerevoli varianti: il modello per maschio e quello per femmina, taglie diverse a seconda dell’età, la versione da notte e quella da giorno…
Ma vi siete mai chiesti come sono fatti i pannolini usa e getta?
Innanzitutto, in linea generale, possiamo dire che sono formati da tre strati: interno, assorbente ed esterno.
Lo strato interno, quello più vicino alla pelle del bambino, è comunemente realizzato in polipropilene per le sue proprietà antiallergeniche. Oggi questo strato è ha porosità controllata per favorire il passaggio dei fluidi solo in una direzione.
Immediatamente sotto lo strato interno c’è il livello di acquisizione, generalmente composto da cellulosa e poliestere. La cellulosa assorbe fino a 27 volte il suo peso in acqua. Sali e altri composti nelle urine riducono un po’ la quantità assorbibile, ma la funzionalità è garantita.
Lo strato successivo è quello assorbente, il vero cuore del pannolino, che contiene cellulosa e poliacrilato di sodio, un polimero in grado di assorbire 800 volte il suo peso in acqua distillata. Viene infatti indicato come SAP – polimero superassorbente. Mentre assorbe l’urina forma un gel, prevenendo il ritorno dell’umidità catturata verso l’interno del pannolino. Un bambino di sei mesi produce mediamente circa 15 grammi di urina all’ora. La maggior parte dei pannolini contiene solo circa 2-4 grammi di poliacrilato di sodio, una quantità sufficiente – insieme alla cellulosa – per assorbire l’urina per diverse ore, mantenendo i bambini asciutti per tutta la notte.
Lo strato esterno del pannolino usa e getta è molto resistente all’acqua. Composto comunemente da polipropene e polietilene, questo strato impedisce il passaggio dell’umidità contenuta nel pannolino alle lenzuola del lettino o ai vestiti del bambino.
Due strisce adesive permettono la chiusura del pannolino, mantenendolo aderente alla pelle, come una mutandina.
Nello strato esterno di alcuni pannolini è stato incluso un “indicatore di umidità“, che si presenta come una linea che cambia colore quando l’interno del pannolino è bagnato. Questo indicatore è composto da una sostanza chimica chiamata blu di bromofenolo, un indicatore di pH che cambia colore a seconda dell’acidità o dell’alcalinità circostante, diventando giallo quando il pannolino è asciutto, blu quando il pannolino è bagnato.
Si ringrazia il Professor Maurizio Masi, Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano