Secondo le stime indicate dall’ONU, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050 e toccherà gli 11 entro la fine del secolo.
Con una crescita demografica di queste proporzioni, l’aumento della richiesta di materie prime e di prodotti di consumo per garantire a tutti salute e benessere sarà insostenibile.
Le risorse del pianeta infatti sono limitate e, se continuiamo a sfruttarle allo stesso ritmo di oggi, entro il 2050 non basteranno quelle di tre pianeti per soddisfare la domanda!
Che fare quindi? Bisogna gestire meglio ciò che abbiamo a disposizione, cercando di ridurre al minimo gli sprechi. E qui entra in gioco il modello dell’economia circolare, come alternativa all’attuale modello economico lineare, basato sull’estrazione di materie prime vergini, sul consumo di massa e sulla produzione di rifiuti a fine vita dei prodotti.
L’economia circolare è invece un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti.
In questo modo si estende il loro ciclo di vita, contribuendo, allo stesso tempo, a minimizzare i rifiuti. Una volta che il prodotto ha esaurito la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti nel ciclo produttivo, generando ulteriore valore economico.
L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, dall’estrazione alla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro.
I vantaggi della transizione verso un’economia più circolare sono molteplici: riduzione della pressione sull’ambiente, più sicurezza circa la disponibilità di materie prime, aumento della competitività, impulso all’innovazione e alla crescita economica e un incremento dell’occupazione (si stima che nell’UE grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030), per citarne solo alcuni.
La plastica è un ottimo esempio di economia circolare. Leggera, durevole e versatile, può aiutare a far risparmiare risorse fondamentali come energia e acqua in settori strategici come ad esempio quello edile, quello automobilistico e quello delle energie rinnovabili.
Contribuisce anche alla riduzione degli sprechi alimentari, grazie ai materiali di alta qualità con cui vengono prodotti gli imballaggi che rendono i prodotti più durevoli nel tempo. Anche in ambito sanitario il ruolo delle materie plastiche è essenziale e l’abbiamo toccato con mano soprattutto in questo ultimo anno e mezzo: mascherine, guanti, dispositivi di protezione usa e getta per medici e operatori sanitari, caschi per l’ossigenazione e, in generale, tutti gli oggetti in plastica monouso come le siringhe, si sono rivelati fondamentali nella lotta al Coronavirus.
Tuttavia, per migliorare la circolarità delle materie plastiche, è essenziale adoperarsi affinché un numero sempre maggiore di rifiuti non finisca nelle discariche o nell’ambiente, ma venga recuperato e riciclato (meccanicamente o chimicamente). In questo modo sarà possibile produrre materiali riciclati riutilizzabili per fabbricare nuovi prodotti di alta qualità.
Istituzioni e imprese hanno un ruolo primario per garantire lo sviluppo sostenibile, ma anche ciascuno di noi, come cittadini e come consumatori, deve fare la propria parte: attraverso i nostri comportamenti e le nostre scelte abbiamo infatti un peso altrettanto decisivo.
Per approfondimenti visitate Europarl.europa.eu