In primo luogo è falso pensare che l’ammorbidente sia tra i prodotti più pericolosi in ambito domestico: come per tutti gli altri detersivi, gli ingredienti utilizzati sono sottoposti ad una rigida valutazione di sicurezza richiesta dalla legislazione europea sulle sostanze chimiche (REACH) e utilizzati solo se in condizioni sicure.
Gli ammorbidenti inoltre vengono spesso criticati per il profumo “sintetico e chimico” che emanano, responsabile di provocare problemi alle vie respiratorie e alla pelle.
È vero che fra i componenti del profumo possono essere presenti allergeni che possono provocare reazioni allergiche nelle persone (che sono solitamente già sensibilizzate). Non per questo devono essere giudicati non sicuri per la salute.
Si tratta per lo più di episodi di lieve entità di cui soffre una ristretta minoranza della popolazione, di cui naturalmente è bene essere informati. La presenza di eventuali allergeni è dichiarata sull’etichetta, secondo le regole stabilite dal Regolamento Detergenti.
C’è chi sostiene inoltre che le sostanze chimiche impiegate nella formula degli ammorbidenti non siano biodegradabili, impossibili da eliminare anche dai depuratori.
Ebbene, è assolutamente falso! I tensioattivi cationici alla base dei moderni ammorbidenti sono completamente biodegradabili, e rispondono alle stesse norme di legge degli altri detersivi.
A dimostrazione di ciò, ormai da tempo, gli ammorbidenti non sono più rilevati nell’acqua.
Se vogliamo avere capi morbidi e profumati non dobbiamo rinunciare all’ammorbidente, che viene realizzato rispettando tutte le normative vigenti, senza mettere in pericolo la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente.
Dovremmo anzi considerare come l’utilizzo di questo prodotto non sia solamente una operazione “cosmetica” per migliorare l’aspetto dei capi, ma contribuisca anzi a mantenerli in ottime condizioni per garantirne un uso prolungato, nell’ottica di ridurre gli sprechi e migliorare la sostenibilità di quanto facciamo.
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