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Blue Monday: davvero esiste il giorno più triste dell’anno??

20 gennaio 2025

Ogni anno, a gennaio, i media e i social network esplodono di articoli e post che proclamano l’arrivo del “Blue Monday“, il giorno più triste dell’anno. Quanto c’è di vero dietro questa affermazione?

 

Per gli amanti delle etichette c’è una brutta notizia: è tutta una bufala!


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Blue Monday: davvero esiste il giorno più triste dell’anno??





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L'origine del Blue Monday: un’equazione matematica!

Il concetto di Blue Monday è nato nel 2005, quando il dottor Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, elaborò una formula matematica con l’obiettivo di determinare quale fosse il giorno più triste dell’anno. Il calcolo era la risultanza di vari fattori come il meteo invernale, i debiti accumulati durante le festività natalizie, il calo della motivazione individuale e la necessità di cambiare le abitudini. Tutti elementi suggestivi ma totalmente privi di fondamento scientifico. Si scoprì poi che questo fantasioso calcolo nasceva da un’idea di marketing di un’agenzia di viaggi per una campagna pubblicitaria.

 

La stessa università di Cardiff ha più volte preso le distanze da questa teoria, sottolineando la totale assenza di prove scientifiche a sostegno.

La tristezza: un fenomeno complesso

Allora perché sentiamo spesso parlare di Blue Monday? Semplicemente perché l’idea di un giorno dedicato alla tristezza fa presa sull’immaginario collettivo. Ci piace inquadrare le nostre emozioni in categorie precise e l’idea di un giorno “ufficialmente” triste ci offre una sorta di giustificazione per sentirci giù di morale e magari per condividere con altri nostri simili, in tutto il mondo.

La scienza dietro la tristezza

La tristezza e la depressione non possono essere ridotte a una formula matematica né attribuite a un singolo giorno dell’anno. La nostra esperienza emotiva è influenzata da un complesso intreccio di fattori biologici, psicologici e sociali.

 

Uno dei principali meccanismi che regolano il nostro umore è il sistema dei neurotrasmettitori, sostanze chimiche che trasmettono segnali nel cervello e nel sistema nervoso. Quando questi neurotrasmettitori sono sbilanciati, possiamo provare sensazioni di tristezza, ansia o depressione. Tra queste importanti molecole, la serotonina, la dopamina e la noradrenalina giocano un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore.

 

Spesso chiamata il “neurotrasmettitore del benessere”, la serotonina è coinvolta nella regolazione del sonno, dell’appetito e dell’umore. Bassi livelli sono associati alla depressione e all’ansia.

 

La dopamina – conosciuta come il “neurotrasmettitore della ricompensa” – è legata alla motivazione e al piacere. Una sua carenza può portare a sentimenti di apatia e tristezza.

 

La noradrenalina è invece coinvolta nella risposta allo stress e aiuta a regolare l’attenzione e l’energia. Livelli inadeguati di questo neurotrasmettitore possono contribuire alla sensazione di affaticamento e depressione.

 

Diversi fattori – come la riduzione delle ore di luce durante l’inverno o la routine post-festività – possono influenzare il nostro umore durante l’inverno, ma certamente non di un singolo e specifico giorno.

Una semplice questione di marketing

Insomma, senza tema di smentita possiamo affermare che il Blue Monday è una trovata di marketing, priva di basi scientifiche. La tristezza e la depressione sono condizioni complesse che non possono essere ridotte a una formula matematica o a un singolo giorno. È importante riconoscere i veri fattori che influenzano il nostro umore e trattare la salute mentale con la serietà che merita. Quando oggi sentirete parlare del Blue Monday, ricordatevi: i vostri sentimenti non seguono un calendario prestabilito.

 

Prendetevi cura di voi stessi ogni giorno dell’anno!

Fonti:

Query Online

Wired