Esistono molti esempi di impianti idrici di successo che sono stati attuati nei paesi in via di sviluppo.
Prendiamo il caso del Kenya, dove oltre la metà delle fonti idriche sotterranee, in particolare nella regione della Rift Valley, contiene concentrazioni di fluoro superiori ai livelli raccomandati. Si stima addirittura che circa 20 milioni di kenioti soffrano di fluorosi ossea e dentale.
L’accesso all’acqua potabile è appannaggio di circa il 60% delle persone nelle città, ma scende fino al 20% negli insediamenti rurali in cui vive gran parte della popolazione.
Grazie all’industria chimica è stata trovata una soluzione per rimuovere il fluoruro dalle acque sotterranee: è stata sviluppata una speciale membrana che “blocca” le particelle indesiderate, ripulendo così l’acqua e rendendola potabile e sicura.
La struttura in cui viene applicato questo filtro può produrre oltre 160.000 litri di acqua purificata al giorno, coprendo così il fabbisogno idrico dell’ospedale locale, della scuola e della comunità.
Anche se rimangono aperte ancora molte sfide per assicurare acqua pulita e infrastrutture adeguate per tutti, investire nella realizzazione di progetti come questo è fondamentale.
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