Falsi miti

Chimica inside

“Tartufo? Pochi piatti per pochi eletti”

31 ottobre 2018

Tartufo, che passione!
Che sia il pregiatissimo bianco d’alba o il più abbordabile nero, pregiato, invernale o scorzone, il tartufo rimane per moltissimi un oggetto del desiderio.

Vuoi per la stagionalità,  vuoi per il prezzo, la voglia di tartufo rimane spesso inappagata.


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Falsi miti

“Tartufo? Pochi piatti per pochi eletti”





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Aroma di tartufo

Che fare? Ancora una volta ci pensano i chimici!
Prima di arricciare il naso leggete qua: la sostanza aromatizzante che caratterizza il gusto del tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) è il 2,4-ditiapentano, detto anche bis(metiltio)metano; è presente naturalmente solo nel tartufo bianco ed è il principale responsabile del suo tipico  aroma.

Questo composto chimico  può essere ottenuto direttamente dai tartufi con metodi fisici oppure può essere ottenuto per sintesi chimica.

Naturale o sintetico?

Si può controllare la provenienza leggendo l’etichetta: la sua presenza negli alimenti deve essere indicata sulla confezione dei prodotti ‘tartufati’, secondo le prescrizioni del Regolamento UE 1169/2011, come “aroma” se prodotto per sintesi, oppure come “aroma naturale” se derivato con mezzi fisici dalla matrice naturale.

Si tratta, in entrambi  i casi, di sostanze di comprovata sicurezza, comunque difficili da differenziare all’olfatto ma facilissime da distinguere guardando il prezzo sulla confezione!

Il prodotto di sintesi è ovviamente più abbordabile ed è un ottimo succedaneo per chi vuole cavarsi la voglia di un buon piatto di tagliolini al caratteristico aroma di tartufo, senza sacrificare il portafogli.

Provare per credere!