Si laureò in chimica pratica al Politecnico di Delft, in Olanda, dove si distinse per aver completato in due anni i tre previsti per il corso, classificandosi al primo posto all’esame finale. Van’t Hoff contribuì a fondare la moderna teoria dell’affinità chimica, dell’equilibrio chimico, della cinetica chimica e della termodinamica chimica.
Formulò inoltre la teoria dell’atomo di carbonio tetraedrico e pose le basi della stereochimica, ovvero lo studio delle proprietà spaziali delle molecole e come queste ultime si riflettano sul comportamento chimico delle sostanze. Il suo importante apporto non passò inosservato.
Proprio in quegli anni il celebre scienziato Alfred Nobel dispose nel suo testamento che il suo patrimonio venisse destinato all’istituzione di una serie di premi in denaro da assegnare a coloro che avessero concretizzato il loro impegno e il loro sapere in fondamentali scoperte per l’evoluzione dell’umanità: i premi Nobel. I campi di applicazione che Nobel identificò furono la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace.
Il primo premio Nobel è stato assegnato nel 1901 e, per la categoria “chimica”, a vincerlo fu proprio Jacobus Henricus Van ‘t Hoff, “in riconoscimento degli straordinari servizi resi dalla scoperta delle leggi della dinamica chimica e della pressione osmotica nelle soluzioni”.
Un riconoscimento meritato per l’impatto che il suo lavoro ha avuto nello sviluppo della chimica come disciplina basata su un rigore scientifico e metodologico.